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Il caso Scozia: verso un secondo referendum sull'indipendenza?

Roma, 6 mag. (askanews) - "Chiederò la vostra opinione, e quella di nessun altro, per un referendum sull'indipendenza da tenere nella prima parte della legislatura".

Nicola Sturgeon, prima ministra della Scozia, lo ripete da mesi: se il suo SNP, il Partito Nazionalista Scozzese, vincerà le elezioni amministrative di oggi, chiederà un secondo referendum per l'indipendenza dal Regno Unito.

Ua seconda chance per staccarsi dopo il primo referendum del 2014, quando il NO vinse con il 55%. Ma da allora c'è stata la Brexit, rigettata da oltre il 60% degli scozzesi. Il Partito Nazionalista punta a tornare in Europa.

E' un voto regionale, ma per la Scozia quindi sono elezioni politiche: dalle urne uscirà il prossimo primo ministro e la vera domanda è se Sturgeon riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta.

I suoi principali avversari sono due uomini. Il primo, Anas Sarwar, è il candidato del partito laburista Scozzese, e cerca disperatamente di riconquistare una fetta consistente del voto del nord.

A fare campagna è sceso in campo anche Gordon Brown, scozzese e già primo ministro del Regno Unito, insomma un peso massimo della politica nazionale e locale. Ma il Labour sul tema scottante dell'indipendenza resta prudente.

Il terzo contendente è il conservatore Douglas Ross, ovviamente opposto a un referendum che, dice, sarebbe "una distrazione".

La consultazione dovrebbe essere autorizzata da Londra. Dove il premier conservatore Boris Johnson ha già dichiarato che la questione fu chiusa una volta per tutte nel 2014. Una vittoria trionfale dei nazionalisti però lo metterebbe sotto pressione.

Si vota fino alle 22 ora italiana, ma lo spoglio, causa Covid, comincerà domani e i risultati definitivi potrebbero arrivare sabato.

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