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Post pandemia e lotta a illegale,Ipsos e Luiss fotografano Gioco

Roma, 27 gen. (askanews) - Un rapporto che vuole fotografare lo stato del settore del Gioco in Italia. Per capire meglio, in un periodo delicato e particolare come quello post-pandemia, l'evoluzione di questo comparto che garantisce un importante gettito fiscale e combattere le forme di illegalità, per tutelare operatori e consumatori. Il Progetto di ricerca sul settore del gioco, realizzato in collaborazione da Luiss Business School e Ipsos sulla scia del primo rapporto pubblicato a luglio 2021, è stato presentato a Roma presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, gremita per l'occasione da tante personalità istituzionali e di rilievo. Che hanno potuto ascoltare dalla voce dei relatori dati e indicazioni utili per fronteggiare la piaga del gioco illegale, non di rado legata al mondo della criminalità organizzata.

L'analisi di Ipsos ha coinvolto 300 realtà operative nella distribuzione del gioco tra esercenti, bar, tabaccherie, ricevitorie, sale gioco e sale scommesse, distribuite in tutto il territorio nazionale. Così Nando Pagnoncelli, presidente della società specialista in ricerche di mercato: "La chiusura, causa lockdown, di queste realtà ha determinato un'incidenza più elevata del gioco online e all'interno del gioco online una parte importante di gioco illegale. Tutto questo inevitabilmente rischia di avere dei danni economici molto forti anche presso gli operatori che evidenziano questo allarme".

Solo il 35% degli esercenti si dichiara infatti soddisfatto dell'andamento della propria attività e il 17 per cento è stato costretto a ridurre il personale, con appena il 3 per cento che lo ha aumentato. Nella lotta all'illegale, Pagnoncelli sottolinea l'assenza di un elemento importante: "La censura sociale. Il fatto che ci sia un atteggiamento un po' indulgente oppure un certo scetticismo sulla possibilità di venire scoperti alla fine depotenzia la possibilità di contenere questo fenomeno".

Luiss Business School ha tracciato invece il profilo del giocatore tipo, grazie ai dati forniti dall'Agenzia delle dogane e dei Monopoli e da Istat. Raffaele Oriani spiega perché il gioco va considerato un bene "normale e necessario". È "un servizio a cui tipicamente tutti i consumatori e una gran parte dei consumatori fa riferimento, indipendentemente da classe di reddito e parti di abitudini di consumo".

Il referente per il progetto della Luiss Business School suggerisce una strada per contrastare l'espansione del gioco illegale. "Richiede un controllo e una repressione molto forte, come è stato detto anche oggi nel convegno, ma richiede anche di investire nella consapevolezza dei giocatori a loro tutela, spiegando loro che cosa effettivamente è legale e che cosa è illegale. Perché soprattutto nel gioco online molto spesso il giocatore non è consapevole di giocare in modo illegale".

Alla presentazione della Ricerca erano presenti anche Gianni Pittella, segretario della Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, e Livia Pomodoro, Presidente Advisory Board Progetto sul settore del Gioco. Le conclusioni sono state affidate al sottosegretario di stato per l'economia e le finanze, Federico Freni: assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti e regolamentazione come avviene nel resto d'Europa sono i mantra, secondo lui, per aprirsi verso il futuro. "Solo quando saremo tutti pronti a combattere seriamente la distorsione da gioco d'azzardo, l'illegalità e avere una normativa finalmente omogenea, solo allora avremo un gioco 2.0".

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