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"Pesto alla genovese" il G8 negli scatti di Luciano del Castillo

Roma, 14 feb. (askanews) - Una settantina di scatti per raccontare Il G8 di Genova. Dalla morte di Carlo Giuliani alle devastazioni, dalla violenza ai sogni infranti di una generazione. Pesto alla genovese di Luciano del Castillo (Tempesta Editore) ci riporta dentro una delle pagine più discusse della storia italiana e che rischia di essere dimenticata.

"È la storia di un reporter che ha passato 72 ore tra corse, sassaiole, molotov, la morte di un manifestante alla fine la mia corsa si è chiusa all'Ospedale Galliera, per questo ci stava il titolo Pesto alla Genovese".

Durante gli scontri del Castillo è stato ferito, forse anche per questo negli anni ha come messo da parte la memoria di quei terribili giorni, poi con la pandemia tutto è cambiato.

Fermandomi ho iniziato a pensare, per un fotografo la memoria è l'archivio, ho cominciato a sistemarlo e mi sono reso conto che erano passati 20 anni dai fatti di Genova che avevo rimosso nonostante avessi fatto la foto che poi è diventata simbolo di quel G8. Ero scappato da quella storia perchè avevo visto un paese che non mi apparteneva".

Un morto, 560 feriti, 360 arrestati e fermati, 25 milioni di euro di danni, una ferita che ha spaccato il paese difficile da rimarginare. Un intreccio di storie tra umanità, protesta violenze e dissenso che Luciano del Castillo ha vissuto e raccontato in prima persona.

"Roberta mia moglie a Genova aveva un fratello in polizia, uno tra le tute bianche e me tra i giornalisti. Il G8 di Genova per tutti e tre si è trasformato in un incubo. Nonostante avessi fatto le prime pagine di tutti i giornali nazionali e internazionali non ho sfruttato l'onda perchè ero inorridito dalla svolta autoritaria di questo paese e anche spaventato"

"Pesto alla genovese" serve e fissare nella memoria l'importanza di quel momento storico.

"Io dico sempre che la fotografia è ancora oggi è vincente sui video quando riesce a fare l'immagine che ferma il momento".

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