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Andare oltre i territori dell'umano: la sinestesia di Anicka Yi

Milano, 25 feb. (askanews) - Una mostra che cambia, che attraversa i confini tra l'arte e la scienza, tra l'umano e il non umano, con un ragionamento su parole chiave del presente, ma ancora sotto rappresentate nel discorso collettivo, come metamorfosi o mutazione. L'esposizione dell'artista coreano-americana Anicka Yi in Pirelli HangarBicocca a Milano è, tra le altre cose, una sorta di nuovo dispositivo filosofico per confrontarci con il mondo della biologia altra e abbandonare i pregiudizi dell'antropocentrismo. Oltre che una mostra sinestetica, che supera il concetto di "arti visive". "Sono coinvolti una vasta gamma di sensi - ha detto ad askanews Anicka Yi - ci sono aspetti che richiedono un'esperienza visuale, altri richiedono l'olfatto; ci sono suoni, c'è il desiderio di toccare. La mia speranza è che tutti i sensi vengano attivati".

"Metaspore", curata da Fiammetta Griccioli e Vicente Todolì, mette in primo piano una ricerca su ciò che non è umano che l'artista porta avanti da anni e che oggi sta assumendo sempre più centralità anche nel mondo della cultura e dell'arte. Così alcune delle opere più affascinanti sono le teche di vetro che contengono ecosistemi microbici sviluppati insieme all'Università di Milano Bicocca: veri e propri "paesaggi" della vita intorno al museo, osservati però da una prospettiva che non contempla l'essere umano. E che ribalta il concetto di opere d'arte immutabili: gli organismi evolvono e la stessa opera silenziosamente muta nel corso del tempo.

"Tantissimi studi scientifici - ha aggiunto l'artista - ci hanno fatto capire che noi viviamo insieme a moltissime altre specie viventi, anche nel nostro stesso corpo. Noi siamo fatti di microbi, così come di virus e quindi c'è un cambiamento complessivo nel modo in cui pensiamo l'identità che passa da una completa autonomia all'essere il frutto di un progetto che coinvolge molte specie".

Il lavoro di Anicka Yi è anche fortemente politico, ragiona sullo sfruttamento delle persone e sulle relazioni razziali, anche attraverso installazioni olfattive che mischiano gli odori di esseri umani e altri animali. Ma "Metaspore" tratta anche di paure, di contagi, di fluidi corporei che prendono, come nel caso di una stanza che trasuda olio d'oliva, forme del tutto inaspettate. "Io penso che l'arte - ha concluso l'artista - debba fare domande difficili e deve funzionare come una sorta di ricerca filosofica. Ma può anche unire i risultati di questa ricerca con la teoria critica per mettere pressione alla tecnologia e alla scienza stessa per ridefinire ciò che la vita può essere".

In Pirelli HangarBiccocca succede spesso, e il mondo dell'arte ormai si muove inesorabilmente in questa direzione: andare oltre il concetto di opera appesa alle pareti, ma anche oltre il concetto stesso di dominio dell'autore-demiurgo, per stabilire un dialogo più intenso con tutto ciò che c'è oltre noi, oltre la condizione di predominanza di una specie che non è in nessun modo in grado di cogliere o esaurire il discorso su tutte le altre specie. L'evoluzione del modo in cui l'arte di Anicka Yi pensa se stessa e il proprio ruolo è il cardine intorno al quale la mostra prende rilevanza, spingendo un poco più avanti il confine della nostra consapevolezza. In un continuo processo di mutazione necessaria.

(Leonardo Merlini)

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