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Al via il Meeting di Rimini tra elezioni e crisi ucraina

Rimini, 20 ago. (askanews) - La campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre e la difficile situazione in Ucraina. In questo scenario si apre la 43esima edizione del Meeting di Rimini, che ospiterà tra gli altri il premier Mario Draghi, a due anni dal suo primo incontro con la comunità di Comunione e liberazione e a poche settimane dalla fine del suo mandato. "Una passione per l'uomo" è il titolo della kermesse in scena fino al 25 agosto.

Il consueto appuntamento di fine estate vede sfilare politici, economisti, sociologi, rappresentanti del mondo ecclesiastico: quest'anno offrirà una vetrina in più ai rappresentanti dei partiti - ancora impegnati negli ultimi ritocchi alle liste - che qui nella fiera romagnola sfileranno tutti insieme martedì 23 agosto: da Enrico Letta a Giorgia Meloni (per la prima volta in presenza al Meeting), da Matteo Salvini a Luigi Di Maio, da Antonio Tajani a Ettore Rosato.

Un tema centrale, quello del bene comune, per il presidente della kermesse di Comunione e liberazione, Bernhard Scholz. "Ai leader politici che verranno a questo Meeting chiediamo di esprimersi, di dirci le loro idee su temi che spesso nei dibattito politico sono troppo marginalizzati. Soprattutto sull'educazione, sul sistema scolastico, sul sostegno alle famiglie, sul tema del lavoro e sulla formazione delle nostre competenze che sono diverse una volta; politiche attive per chi ha perso il lavoro. Questi temi purtroppo sono poco discussi. Noi cercheremo di metterli al centro del dibattito".

Il Meeting entra nel vivo già nella prima giornata con l'intervento del commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, e della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in collegamento video. In serata anche il talk con il ministro della Salute, Roberto Speranza, per riflettere sul ruolo della sanità dopo il Covid.

"A noi interessa che si riscopra la dimensione della persona come soggetto. Viviamo in un momento storico dove troppe persone si rassegnano o si ribellano, ma non si sentono veramente partecipi della costruzione di una storia, difficile certamente, ma possibile".

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