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In Ecuador la gang Los Lobos rivendica assassinio di Villavicencio

Roma, 10 ago. (askanews) - È stato rivendicato l'assassinio di Fernando Villavicencio, candidato alle presidenziali in Ecuador del 20 agosto.

In un videocomunicato la gang criminale Los Lobos, "i lupi", si è assunta la responsabilità dell'omicidio. Brandendo i mitra, passamontagna in testa, un portavoce lancia nuove minacce, proclamando che "ogni volta che i politici corrotti non rispettano le promesse fatte quando ricevono il nostro denaro, milioni di dollari per finanziare le loro campagne, saranno liquidati". Il portavoce poi si rivolge a un altro candidato, l'economista Jan Topic, insultandolo e affermando "se non rispetti le tue promesse sarai il prossimo".

Villavicencio, 59 anni, giornalista e già membro dell'Assemblea nazionale, esponente della maggioranza di governo, è stato ucciso a colpi di mitra nella capitale Quito al termine di un comizio. Un uomo colpito dagli agenti della sicurezza è morto e nel caos altre nove persone sono state ferite.

"Abbiamo vissuto un film dell'orrore" dice lo zio del politico ucciso, Galo Valencia, "trenta, quaranta spari. Non capiamo dove fosse la polizia, sapendo che Fernando era stato minacciato da questi criminali, non sappiamo dove fosse la polizia per proteggere la vita di Fernando e quelli di noi che erano lì".

Villavicencio aveva fatto della lotta alla corruzione il tema centrale della sua campagna elettorale, denunciando connessioni tra il crimine organizzato ed esponenti governativi. Jan Topic, l'altro candidato minacciato dalla rivendicazione, ha al centro della sua campagna la lotta alla delinquenza.

La maggior parte dei sondaggi dava Villavicencio al quarto o quinto posto nella corsa per per succedere a Guillermo Lasso. Il presidente uscente ha dichiarato lo stato di emergenza per 60 giorni dicendosi "indignato e scioccato" dall'assassinio e assicurando che il delitto non resterà impunito, ma la data delle elezioni viene confermata.

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