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Cavo Dragone (Nato): la leva obbligatoria appartiene al passato

di TMNews martedì 2 dicembre 2025
2' di lettura

Milano, 2 dic. (askanews) - Prontezza, interoperabilità e capacità di rispondere in tempi rapidi. Sono queste le priorità elencate da Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato Militare della Nato in una nuova intervista rilasciata al Foglio, dopo quella di ieri uscita sul Financial Times che rivelava come l'Alleanza stia valutando attacchi preventivi nella risposta alla guerra ibrida della Russia.

Oggi l'ammiraglio parla della leva: "Il modello di leva obbligatoria che molti ricordano - dice - appartiene a un'epoca in cui le esigenze operative, ma non solo, erano diverse: le priorità oggi sono cambiate". Pur evitando di commentare scelte politiche specifiche italiane, Cavo Dragone ha confermato il cambiamento radicale dello scenario di sicurezza globale e la necessità di una riflessione seria su organizzazione, regole e capacità delle forze armate, da gestire nell'ambito dell'Alleanza. Ha inoltre richiamato l'importanza di investimenti in tecnologie, formazione del personale, cooperazione pubblico-privato e cultura della sicurezza digitale.

La leva obbligatoria nel 2011 è stata sospesa in Germania ad esempio, mentre ora il governo tedesco sta puntando su una riforma della leva su base volontaria con l'obiettivo di aumentare significativamente il numero di soldati nella Bundeswehr.

Negli ultimi mesi, è diventato chiaro come la minaccia rappresentata dai droni si stia evolvendo e abbia un impatto sempre maggiore sulla vita quotidiana. Si sono visti oggetti non identificati sorvolare gli aeroporti europei, interrompendo gravemente il traffico aereo civile, e altri sistemi di proprietà russa violare lo spazio aereo della NATO lungo il fianco orientale dell'Alleanza. La NATO e gli Alleati stanno affrontando la sfida con diverse iniziative per potenziare le misure anti-droni, rafforzando ulteriormente le difese aeree. Parte di questi sforzi è il Progetto Flytrap 4.5, un'iniziativa guidata dagli Stati Uniti d'America, progettata per testare e valutare tecnologie anti-droni pronte all'uso, per una possibile rapida acquisizione e futura integrazione nei sistemi di difesa aerea alleati. Questi sistemi testati possono aiutare gli Alleati a rilevare e distruggere i droni a costi inferiori e con una maggiore efficienza. L'evento di due settimane che vediamo nelle immagini si è tenuto presso l'area di addestramento di Putlos in Germania dal 10 al 21 novembre 2025, e ha riunito soldati, team di approvvigionamento e partner industriali per valutare soluzioni innovative contro le minacce simulate dei droni.

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"MXP5 è il primo sito lanciato dall'azienda in Italia, nel lontano 2011 - spiega Fabio Procopio, responsabile del Centro resi Amazon di Castel San Giovanni -. Negli anni ha svolto un ruolo estremamente importante per la crescita dell'azienda. Recentemente, anche perché soffriva di tecnologie vetuste rispetto ai magazzini lanciati più recentemente, si è riconvertito per effettuare attività estremamente importanti per il business. Non ultima, proprio quest'anno, appunto, la conversione completa a centro resi italiano. Da qualche mese gestiamo tutti i resi clienti Italia proprio in questo magazzino".

Un unico centro per gestire tutto. E i numeri parlano chiaro: 1.300 dipendenti a tempo indeterminato, un investimento che radica Amazon in questo territorio. Oltre 25 miliardi di euro investiti in Italia dal 2010, di cui più di 4 solo nell'ultimo anno. "Il fattore uomo è sempre stato centrale in questa azienda - precisa Procopio -. La tecnologia è sempre stata un supporto alle nostre attività, per rendere più efficiente quello che facciamo e permettere ai nostri operatori di fare attività più a valore aggiunto, riducendo invece attività ripetitive o che possono essere più onerose per l'operatore stesso".

La sfida, qui, è duplice: gestire i resi al meglio, certo, ma anche farli diminuire. Come? Con l'intelligenza artificiale, foto più dettagliate, video, recensioni. L'obiettivo è aiutare il cliente a scegliere bene la prima volta. E centralizzare tutto in un unico hub significa anche meno chilometri, camion sempre pieni, meno emissioni. "Cerchiamo di dare quanto possibile nuova vita ai prodotti che vengono resi dai nostri clienti - conclude il responsabile del Centro resi Amazon di Castel San Giovanni -. La stragrande maggioranza di quello che gestiamo in questo magazzino torna in vendita come nuovo. Il secondo grande gruppo è di prodotti usati, tramite Amazon Seconda Mano. E soltanto in maniera residuale provvediamo a cessione a liquidatori o donazioni. L'estrema ratio, che è veramente minima, è quella del riciclo".

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