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Spazi da non perdere, a Lecce nasce "Open Castle Meeting Point"

di TMNews martedì 2 dicembre 2025
2' di lettura

Roma, 2 dic. (askanews) - Con l'open day dello scorso ottobre, il Castello Carlo V di Lecce si è aperto alla città in una nuova veste. Grazie al Protocollo d'intesa sottoscritto dalla Direzione generale Musei del Ministero della cultura e dalla Fondazione con il Sud finalizzato alla valorizzazione di beni culturali nel Mezzogiorno da parte di Enti del Terzo Settore, la Direzione regionale Musei Puglia tramite avviso pubblico in collaborazione con Fondazione con il Sud ha selezionato il progetto "Open Castle Meeting Point" per la valorizzazione del Castello Carlo V di Lecce attraverso una co-gestione pubblico-privato sociale.

Il progetto è promosso dall'Associazione temporanea di imprese Open Castle composta da The Monuments People, Consorzio Sale della Terra e Socioculturale scs - con il sostegno di Fondazione con il Sud. L'iniziativa risponde all'obiettivo del partenariato di incoraggiare la partecipazione attiva del Terzo Settore e il coinvolgimento della comunità e dei soggetti che intendono contribuire allo sviluppo sociale, economico e culturale del territorio.

Il castello, una delle opere fortificate più importanti della Puglia, sarà abitato da una comunità creativa, sociale, educativa e diventerà uno spazio di accoglienza e partecipazione. Ci saranno visite guidate, laboratori per bambini e adulti, attività artigianali, un hub creativo e un bar sociale. Particolare attenzione sarà rivolta ai percorsi educativi e all'inclusione, con iniziative dedicate a scuole, famiglie, cittadini e visitatori.

Questo progetto di gestione e valorizzazione è il primo esperimento di partenariato pubblico-privato su un edificio statale di così grandi dimensioni. Il castello, si presta così a diventare autentico simbolo della memoria storica collettiva, e con il progetto Open Castle si prepara a diventare un modello culturale innovativo, sostenibile e diversificato.

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Un unico centro per gestire tutto. E i numeri parlano chiaro: 1.300 dipendenti a tempo indeterminato, un investimento che radica Amazon in questo territorio. Oltre 25 miliardi di euro investiti in Italia dal 2010, di cui più di 4 solo nell'ultimo anno. "Il fattore uomo è sempre stato centrale in questa azienda - precisa Procopio -. La tecnologia è sempre stata un supporto alle nostre attività, per rendere più efficiente quello che facciamo e permettere ai nostri operatori di fare attività più a valore aggiunto, riducendo invece attività ripetitive o che possono essere più onerose per l'operatore stesso".

La sfida, qui, è duplice: gestire i resi al meglio, certo, ma anche farli diminuire. Come? Con l'intelligenza artificiale, foto più dettagliate, video, recensioni. L'obiettivo è aiutare il cliente a scegliere bene la prima volta. E centralizzare tutto in un unico hub significa anche meno chilometri, camion sempre pieni, meno emissioni. "Cerchiamo di dare quanto possibile nuova vita ai prodotti che vengono resi dai nostri clienti - conclude il responsabile del Centro resi Amazon di Castel San Giovanni -. La stragrande maggioranza di quello che gestiamo in questo magazzino torna in vendita come nuovo. Il secondo grande gruppo è di prodotti usati, tramite Amazon Seconda Mano. E soltanto in maniera residuale provvediamo a cessione a liquidatori o donazioni. L'estrema ratio, che è veramente minima, è quella del riciclo".

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