In faccia al presidente

Luigi Di Maio anti-costituzionale: "Premier e ministri...", follia. Fino a dove si è spinto

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Giulio Bucchi

"Prima i temi, poi gli esecutori". Luigi Di Maio non lo sa, ma ha appena detto qualcosa di anti-costituzionale. Passi per gli "onorevoli" trasformati dal M5s in semplici "cittadini", nel loro eccesso di democrazia diretta, ma stavolta definire "esecutori" il premier e i ministri (come fatto dal leader grillino al termine delle consultazioni con il presidente Sergio Mattarella) fa a cazzotti con la Carta. Come ricorda il Corriere della Sera, al presidente del Consiglio, la Carta (articoli 92, 93, 95 e 96) conferisce lo status di organo costituzionale e un'autonoma rilevanza. È il centro nevralgico dell'intera attività del governo, perché "concorre alla definizione dell'indirizzo politico amministrativo dello Stato, dirige la politica generale e ne è il responsabile, promuove e coordina l'attività dei ministri". Più che esecutore, dunque, una guida e non solo di facciata. Ma forse Di Maio è abituato a un partito in cui le decisione non le prende il leader candidato premier.  Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev