Rientrato e beffato

Pier Luigi Bersani, un errore da dilettanti. Parla Orlando: "Perché il Pd non deve dialogare con il M5s"

Il tuo browser non supporta il tag iframe

Giulio Bucchi

Vento di terrore dentro il Pd. Mentre Nicola Zingaretti sogna un risultato sopra il 20%, nel cuore dei democratici c'è chi guarda già oltre. Pier Luigi Bersani, rientrato di fresco dopo la dolorosa scissione del 2017, suggerisce di pensare a un inciucio con il Movimento 5 Stelle in caso di crisi di governo. Diametralmente opposta la lettura di Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia: "Secondo me, dopo le Europee Lega e 5 Stelle rifaranno pace - spiega a La Stampa -. Così come fanno finta di litigare ora, lo possono continuare a fare in campagna elettorale. Ricordo Dc e Psi che si combattevano e dopo le elezioni rifacevano la coalizione. Occhio al gioco delle parti, dobbiamo costruire un profilo alternativo che sveli fino in fondo l'inganno". Leggi anche: Zingaretti a Otto e mezzo, notano una cosa su Lilli Gruber. Insulti in diretta "Se e quando il governo cadrà, noi chiederemo il voto senza esitazioni - aggiunge -. Nessun governo avrebbe un mandato politico per gestire una manovra da 30 miliardi". Qualcuno, dunque, avvisi Bersani. D'altronde, conclude Orlando, tentare un'alleanza di governo con Luigi Di Maio e i grillini "significherebbe assolverli dalle responsabilità che hanno accumulato in questi mesi. E dargli una sponda nel giochino che fanno con Salvini per aumentare il loro potere contrattuale. Vorrebbe dire offrirgli un secondo forno dopo che hanno condiviso le responsabilità economiche, sociali e delle politiche sull'immigrazione". Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev