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Antonio Socci e l'immigrazione, la grande balla di governo: "Femare gli sbarchi si può, guardate Salvini e Minniti"

mercoledì 12 maggio 2021

2' di lettura

Fermare gli sbarchi si può, basta volerlo. Antonio Socci, su Twitter, si contrappone ai profeti della "accoglienza obbligata" e a chi, sotto la bandiera dell'emergenza continua, luca con il business dei migranti. "Si sente dire a Stasera Italia che il flusso migratorio non si può fermare - spiega l'editorialista di Libero -. Non è vero. Lo hanno fermato in poche settimane Salvini e Minniti quando sono stati ministri dell'Interno. Quindi è possibile fermarlo. Si tratta solo di sapere se SI VUOLE o NON SI VUOLE fermare". Il punto non è dunque sul colore politico di chi siede al Viminale (leghista Salvini, del Pd Minniti) ma nell'approccio pragmatico o ideologico.

Gli fa eco Marco Tosatti, blogger tra i più letti di cose vaticane e dintorni: "Molti paesi - Australia è uno - lo hanno fermato. Mentono". E tra i tanti lettori di Socci, tutti concordano e molti puntano il dito sulle ong. "Tutte le decisioni adottate dai governi non sono dettate da un'ipotetica emergenza, bensì sono una precisa volontà politica", si legge. O ancora: "Diminuire i contributi per il mantenimento dei clandestini. Questo minerà il business dell'accoglienza. Finito quell'interesse qui non ne arriveranno più. Salvini l'aveva già capito nel 2018".  "Si tratta di sapere se si vuole o non si vuole guadagnare con la compagnia ong taxi".

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E qualcuno condivide una vecchia intervista Emma Bonino rilasciata al Fatto quotidiano nel 2017: "Siamo stati noi tra 2014 e 2016 a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia", spiegava la leader radicale, a proposito del governo di Matteo Renzi. "All’inizio non ci siamo resi conto che era un problema strutturale e non di una sola estate. E ci siamo fatti male da soli".

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Albino Ruberti, Senaldi: "Qui si prova la nobiltà dei magistrati"

Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori. 

Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.