Bugie

Meghan Markle, "il mondo deve sapere": la provocazione in tribunale. Clamoroso, perché rischia l'incriminazione

Meghan Markle ha mentito ai giudici? Qualche tempo fa la duchessa di Sussex ha fatto causa ai tabloid che avevano pubblicato una sua lettera inviata al padre Thomas cinque mesi dopo il royal wedding del 19 maggio 2018. Adesso, però, dal processo - tutto incentrato sulla sua privacy violata - emerge come l'ex attrice americana fosse consapevole che la lettera sarebbe diventata pubblica. Proprio per questo avrebbe scelto con cura quali parole usare. A partire dalla scelta dell'appellativo “daddy”, così da “toccare le corde del cuore” del pubblico. 

 

 

 

La moglie di Harry, come riporta Oggi, ha ammesso con una confessione scritta davanti alla giustizia britannica di avere avuto delle “dimenticanze”, ma di averlo fatto in maniera “non intenzionale”. La prima battaglia contro i quotidiani accusati, Daily Mail e Mail on Sunday, era stata vinta dalla Markle. Secondo l’Alta corte di Londra, infatti, i tabloid erano colpevoli di violazione della privacy perché la duchessa “aveva ragionevoli aspettative che la lettera rimanesse privata”. In appello, però, c'è stato il colpo di scena. Dai messaggi di Meghan al suo ex addetto alle pubbliche relazioni, Jason Knauf, emerge che l’ex attrice avesse scritto la lettera con la piena “consapevolezza che sarebbe stata resa pubblica”. “Onestamente Jason, mi sento benissimo - avrebbe detto Meghan al suo collaboratore -. Se lui decide di renderla pubblica, almeno il mondo saprà la verità. Parole che non potrei mai dire pubblicamente”.

 

 

 

E non è finita qui: la duchessa avrebbe mentito pure quando ha negato di aver collaborato  alla stesura di "Finding Freedom", il libro sulla Megxit vista da Harry e Meghan. A quanto pare, l'ex attrice avrebbe detto al suo addetto stampa quali informazioni fornire a Omid Scobie e Carolyn Durand, gli autori del volume. Piers Morgan, il giornalista noto per le sue posizioni sulla Markle, l’ha già ribattezzata la “Princess Pinocchio”.