Tensione

Mar Rosso, la US Navy usa l'arma laser per abbattere i droni: come funziona

Gli Stati Uniti a un passo dal munirsi di armi laser. La Marina Militare americana starebbe pensando ad armi da posizionare sulle sue navi da guerra e progettate per accecare o distruggere droni e aerei nemici. Una decisione arrivata per ovviare al problema dei missili, ben più costosi. D'altronde la tensione nel Mar Rosso tra la US Navy e i ribelli yemeniti Houthi non sembra affievolirsi. 

Tra il mese di ottobre 2023 e gennaio 2024 la Marina americana ha abbattuto oltre 90 droni e numerosi missili da crociera e balistici lanciati dallo Yemen. Tutti numeri che accrescono il costo del conflitto. Basti pensare che ogni missile SM-2 (missili da difesa aerea imbarcati su navi tipo fregate) costa 2,1 milioni di dollari, mentre un missile a corto raggio ESSM costa solo (si fa per dire) 1,8 milioni di dollari.

 

 

Da qui l'attenzione della US Navy ai laser come sistema d’arma per la difesa aerea. Trattandosi - spiega il Corriere della Sera - di armi a energia diretta (fasci di luce estremamente concentrati e ad alta energia) i laser hanno il vantaggio di funzionare con la corrente elettrica e quindi possono essere alimentati dai motori a turbina di una nave. Tradotto: finché i motori hanno potenza, il laser può sparare, teoricamente, un numero illimitato di colpi. E gli americani non sono gli unici a muoversi in questa direzione. Anche i britannici della Royal Navy ci stanno lavorando da un decennio, investendo circa 100 milioni di sterline. A inizio 2024 hanno addirittura annunciato di aver ottenuto un significativo successo con il loro sistema laser DragonFire che per la prima volta ha distrutto con successo dei droni aerei.