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Travaglio contro Battista: sogna la morte del Fatto quotidiano. E su Berlusconi...

Il vicedirettore del Fatto quotidiano scatenato contro Pigi: "Annuncia la fine di berlusconismo, antiberlusconismo e dunque pure la nostra"
di Giulio Bucchi domenica 1 dicembre 2013

Travaglio, vicedirettore del "Fatto Quotidiano"

2' di lettura

Stai a vedere che Marco Travaglio preferiva i tempi del Silvio Berlusconi senatore. Il vicedirettore del Fatto quotidinano dedica il suo editoriale domenicale al "berlusconismo" dilagante, da sinistra a destra, che nel governo "Napo-Letta" trova ottima rappresentanza. Anche dopo la decadenza del Cavaliere e l'uscita di Forza Italia dalla maggioranza. Perché "il berlusconismo è un male in sé, con Berlusconi, ma anche senza. Anzi, il berlusconismo senza Berlusconi - attacca Travaglio - è ancora più insidioso, perché si camuffa meglio, e si fa scudo del preunto merito di aver allontanato Berlsconi. In realtà Berluconi non l'ha allontanato nessuno: se n'è andato lui quando ha capito che chi gli aveva garantito l'unica cosa che gli interessi, il salvacondotto, non voleva o non poteva mantenere la promessa". Veleno per Pigi Battista - Tutto questo ragionamento parte però, come spesso accade con Marco Manetta, da un succoso preambolo polemico, tutto personale. Ancora una volta Travaglio se la prende con Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera per cui nutre un cordiale astio. La colpa di Pigi è quella di aver sottolineato, con non particolare originalità, come ora senza Berlusconi gli anti-Cav di professione rischino di restare senza lavoro. Logico che Travaglio si senta tirato in ballo. "Ogni tanto qualche impiegato o ex impiegato di Berlusconi - tipo Battista, che andò a dirigere Panorama quando l'editore era già un leader politico e poi tentò di sostituire Enzo Biagi su Rai1 con risultati a tutti noti - annuncia la fine del berlusconismo, e dunque dell'antiberlusconismo e dunque del Fatto. Questi buontemponi passano la vita a incensare i governi, non importa i colore, e a bastonare le opposizioni senza accorgersi che la stampa libera fa esattamente l'opposto". Insomma, a chi sostiene che finito Berlusconi è finito anche l'anti-berlusconismo, Travaglio risponde con la consueta sornionità: "Noi non la beviamo". Già, lui il composto di fiele e veleno preferisce farlo bere agli altri, quelli che non la pensano come lui.

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