Il giallo

Emanuela Orlandi, "comanda Pietro, quindi...": come finirà

L'ultimo libro di Pino Nicotri sul caso di Emanuela Orlandi ha un titolo suggestivo e inquietante, Il rapimento che non c'è. Decano della "nera", giornalista che segue da 22 anni il caso della ragazza scomparsa da Città del Vaticano a cui ha dedicato "centinaia di articoli", in una lettera a Dagospia rivendica il fatto di essere stato "MAI smentito dai fatti, anzi ho demolito tutti i 'supertestimoni' prima ancora dei magistrati". Una premessa d'obbligo, così come un'altra velenosa puntualizzazione: "Sono il giornalista che su questa brutta storia ne sa di più: ma il circo Barnum televisivo, a partire da Sciarelli, ed “esperti vari”, i veri responsabili dell’impossibilità di indagini serie, fa finta di niente". Dopo il riferimento alla conduttrice di Chi l'ha visto?, arriva quello ancora più duro su Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela che dal 1983 lotta per scoprire la verità ed è assolutamente certo del coinvolgimento dei vertici del Vaticano nella scomparsa della ragazzina. Anche gli ultimi sviluppi, con la "pista" familiare dello zio e del cugino, l'ha definita "una carognata".

 

 

 

"La commissione parlamentare - sottolinea Nicotri a Dagospia - non servirà a un caz***o anche perché per 'orientarsi' hanno consultato giornalisti che di palle sul caso Orlandi ne hanno sparate di enormi. Per giunta sulla bicamerale comanderà Pietro (Orlandi), se interrogano persone a lui sgradite e se non accuseranno il Vaticano lui strepiterà a rotta di collo, seguito dal gregge di pecoroni decerebrati suoi fan".

 

 

 

"Questa brutta storia - riflette ancora Nicotri - è un’altra Caporetto del giornalismo italiano, ridotto a chiacchiera da bar: non bastava piazza Fontana, la tragedia Moro, Ustica, ecc.". Chi si attende svolte epocali, insomma, potrebbe venire nuovamente deluso.

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