La provocazione

Vittorio Sgarbi ad alzo zero contro Zelensky: "Che fine fanno i suoi oppositori in Ucraina”

Vittorio Sgarbi si è messo contro gran parte degli ospiti de L’aria che tira, la trasmissione di La7 condotto da Myrta Merlino, con una provocazione sull’Ucraina e sulla guerra che ha fatto arrabbiare molte persone. E dire che la premessa era stata anche condivisa, salvo poi proseguire il suo discorso in una maniera poco comprensibile e giustificabile.

 

 

“Di fronte a qualunque persona democratica - aveva esordito Sgarbi - la guerra non è il mezzo per affermare principi giusti, ma è una sconfitta sia per i vincitori che per i vinti perché conduce alla distruzione delle cose e alla morte delle persone”. Per il critico d’arte il tema di fondo è il seguente: “Perché non appare mai un oppositore di Volodymyr Zelensky mentre parla in televisione? Perché in Ucraina sono stati chiusi 11 partiti di opposizione filorussi? Perché i comunisti in Ucraina sono fuorilegge? Perché la legge marziale impone che tutti i maschi dai 16 ai 60 anni non devono lasciare il Paese?”.

 

 

“Abbiamo una serie di azioni non democratiche di un Paese che difendiamo”, ha proseguito Sgarbi, che però sembra ignorare il fatto che l’Ucraina è il Paese aggredito e trascinato suo malgrado in guerra dalla Russia che è invece l’aggressore. “Il tema - ha concluso Sgarbi - è che se noi abbiamo esaltato un oppositore della guerra in Russia, non ne vediamo uno in Ucraina perché non può parlare. Allora la democrazia non è propria degli stati di guerra”.