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Feltri contro Majorino e Fratoianni: "Due allocchi, cosa non capiscono"

di Vittorio Feltri domenica 29 gennaio 2023

 Vittorio Feltri

2' di lettura

Ieri mattina la prima cosa che ho fatto appena sveglio è stata la lettura del Corriere della Sera, cosa che faccio sempre per antica abitudine. E a pagina 6 ho subito notato un titolo e un pezzo riguardante la mia trascurabile persona. Si riportava l’opinione di due politici di sinistra molto spassosi a riguardo di una mia frase relativa al caso Messina Denaro, questa: ma siamo sicuri che il padrino fosse davvero un assassino? Era con tutta evidenza una domanda retorica, che serviva nel mio intento a criticare coloro che per trent’anni hanno fatto finta di cercarlo allo scopo di non trovarlo. Infatti, il mafioso che tutto il mondo tremare faceva viveva serenamente in un paesello di nemmeno 15mila abitanti senza che nessuno gli rompesse le scatole. Comprava automobili, frequentava il supermercato, aveva delle fidanzate, insomma non aveva alcun timore di essere beccato, evidentemente contava sulla protezione o almeno sulla indifferenza dei cittadini, i quali se ne guardavano bene dal segnalare la presenza del criminale per motivi che si possono soltanto ipotizzare: paura dell’uomo famoso stragista, la tendenza dei siciliani a farsi i fatti propri senza impicciarsi di quelli attinenti ai picciotti e ai loro capoccia.

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Ma coloro i quali dovevano dare la caccia a Messina Denaro, spietato assassino, che disponeva di tre appartamenti nel piccolo centro abitato, frequentava amici e addirittura amanti, non pare si dessero molto da fare per catturarlo. Se ne sono infischiati per lustri del fatto che il bandito gironzolasse senza nulla temere per le stradine dove tutti si conoscono e hanno familiarità addirittura con cani e gatti. Niente. La popolazione ignorava e le forze dell’ordine ignoravano. Solo dei gonzi come qualsiasi persona di sinistra, del tipo di quelle che ci hanno governato coi piedi sino a due mesi fa, potevano sopportare la presenza indisturbata nella cittadina di un assassino spietato. Quelli, numerosi, che lo incontravano e lo conoscevano gli sorridevano e si scappellavano come usa in ogni borgo. E non venitemi a dire che ignoravano chi fosse costui che campava nel lusso senza aver mai lavorato ma soltanto premuto il grilletto. In pratica, l’unico modo per sfottere una comunità che davanti a un brigante sa soltanto sorridere è esclusivamente dire che pensava egli fosse un bravo uomo. A Majorino e a Fratoianni, i miei censori, non mi rimane che dire di andare al diavolo che li accoglierà a braccia aperte per castigarli come meritano. Due allocchi. 

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