Massimo Giannini
La sinistra italiana è ossessionata dal governo Meloni. È un’idea fissa del discorso pubblico dei progressisti che vedono ovunque l’ombra delle “destre” (una sola a loro non basta), non c’è materia dello scibile, evento, catastrofe, che non esponga le impronte digitali dell’orda barbarica. “Le destre al comando” - scrive Massimo Giannini su Repubblica - fanno “le prove tecniche di regime”, un luogo dove “la polis è tollerata solo se batte le mani”.
Il Massimo non ha il minimo dubbio, ci troviamo di fronte al tentativo di “costituzionalizzare l’anomalia meloniana”. Per sostenere la brillante tesi, egli passa da Norberto Bobbio al Decreto Sicurezza, dallo sciopero della coppia Landini-Bombardieri agli elfi di Tolkien, dalla legge di Bilancio ai sindacati dell’auto americana, dalla riforma costituzionale ai draghi. Tutto fa brodo, l’importante è mescolare bene. Cosa arriva in tavola?
1. Quando Giannini afferma che Meloni è un’anomalia tradisce il vero pensiero che circola tra le presunte classi colte della sinistra: la vittoria elettorale del centrodestra è un incidente della storia, non è l’espressione della volontà popolare ma un pericolo da fermare;
2. Ne discende che dalla legislazione ordinaria fino alle riforme costituzionali, ogni iniziativa della maggioranza va presentata come un “delirio securitario”, il tentativo di spegnere la democrazia con “il golpetto del Premierato all’italiana”;
3. La difesa di uno sciopero miseramente fallito, l’evocazione del sindacato americano e degli aumenti salariali, sono passaggi esemplari, perché Giannini è colto da amnesia e può rimediare con un reportage su Stellantis, gli eredi Agnelli, gli stipendi degli operai e gli esodi incentivati proposti dal primo gruppo industriale italiano. Quanto alla legge di Bilancio, il giudizio dell’agenzia di rating Moody’s ha spennato i gufi, gli anti-italiani, sbugiardato il partito dei senza patria pronto al tanto peggio tanto meglio;
4. Travolti dal tempo, crollati tutti i totem, evaporato il partito liquido, sdraiati dalla storia, attovagliati nel giro cinematografaro “testaccino”, sospirando con il calice in mano sul futuro esilio leninista a Capri, a sinistra hanno realizzato che la guerra deve essere totale, dai mostri di Gaza alle mostre culturali.
L’Ossessione è così grande che sono arrivati a lanciare la loro tigre di carta perfino contro Tolkien. Che parabola, compagni: dalla presa della Bastiglia, alla resistenza contro Frodo. Hanno perso il potere e somigliano a Gollum, bramano “il tesoro”.