Come stanno le cose

Mario Draghi, Franco Bechis: "Europa, la vera ragione per cui il premier andrà al Quirinale"

L'unico modo per cui l'Italia possa mantenere credibilità dopo la fine della legislatura è che diventi Capo dello Stato, Mario Draghi. Questo il pensiero di Franco Bechis. Il Pnrr infatti si discosta poco dall'ultima versione dello stesso documento a firma Giuseppe Conte, ma anche da tutti i Piani nazionali di riforma (mancava la resilienza) che l'Italia da anni manda alla commissione europea. Dove è allora la differenza. Lo dice Bechis: "Il marchio Draghi è tutto in una telefonata. Quella da lui fatta alla signora che guida la commissione Ue, Ursula von Der Leyen, per garantire che la solita sbobba di parole rovesciata su Bruxelles non fosse scritta sulla polvere. 'Quelle riforme verranno fatte, avete la mia parola'".  In Europa credono alla parola di Draghi. "Nessuna parola di nessun altro leader politico o/e presidente del Consiglio italiano vale due soldi fuori da questi confini", precisa Bechis.

 

 

 

 

 

 

Questo il motivo della chiamata di Sergio Mattarella. "Le differenze sono tutte nei tempi di applicazione delle riforme promesse, che dove cambiati slittano più in avanti. Quel che era 2022 diventa 2023, quel che accennava all'inizio del 2023, entrerà in vigore entro il 2024 o all'inizio del 2025. Altre nel primo o nel secondo quadrimestre del 2026". Ma questa terminerà all'inizio del 2023. E Draghi poi dovrebbe lasciare Palazzo Chigi e non potrebbe più garantire "la parola data alla Von Der Leyen e agli altri potenti di Europa".

 

 

 

 

Ma in Italia c'è un ruolo istituzionale da garante per eccellenza in Italia: quello del Capo dello Stato. Incarico  che Sergio Mattarella fra 9-10 mesi lascerà. Per l'Europa l'uomo giusto per sostituirlo è l'attuale premier italiano. Sarebbe un perfetto garante, per sette anni, per gli italiani e per gli europei. Un patrimonio di fiducia fuori dai confini qui da noi: solo uno come Draghi poteva riuscire a costruire la coalizione politica più larga e disomogenea che sia mai stata fatta nella nostra Repubblica.