Il caso

Le Iene, Pierpaolo Sileri nel mirino: "Conflitto d'interessi". Polpetta avvelenata, chi vuole la testa del sottosegretario

E' finito nel mirino Pierpaolo Sileri, sottosegretario pentastellato del ministero della Salute e medico. Per conflitto d'interessi. I primi attacchi sono partiti quando era presidente della commissione Sanità del Senato e Alessio D'Amato aveva sbottato: "Questo che è attualmente presidente della commissione al Senato ha anche un doppio lavoro perché fa attività in strutture private accreditate della Regione Lazio (la clinica romana Nuova Villa Claudia, ndr) con visite a 150 euro ed è anche un dipendente di Tor Vergata. E prima di parlare... ".

 

 

Quindi, ricorda La Repubblica, lo aveva criticato anche l'allora presidente del gruppo consiliare di Forza Italia Antonio Aurigemma (ora FdI) che voleva una interrogazione sul presunto conflitto d'interessi del senatore Sileri, medico pubblico che in base alle norme vigenti non potrebbe prestare servizio in una clinica privata convenzionata con la sanità pubblica. Interrogazione che però non ha avuto seguito perché fra la clinica Nuova Villa Claudia e il Policlinico dell'Università di Tor Vergata, di cui è dipendente in aspettativa Sileri, esiste dal febbraio 2018 un "protocollo d'intesa nell'ambito della rete formativa della scuola di specializzazione di chirurgia".

 

 

Ora l'attacco a Le Iene. Stasera 4 maggio su Italia 1 andrà in onda un servizio la cui tesi è che il sottosegretario 5 stelle avrebbe violato la legge che vieta ai medici dipendenti del servizio pubblico di lavorare a pagamento in cliniche private convenzionate. Nuova Villa Claudia, appunto. Sileri si difende sostenendo che la sua attività nella struttura privata sarebbe stata relativa a "54 procedure fra insegnamento, tutoraggio e quant' altro" previsto da quel protocollo d'intesa di cui sopra. Attività quindi legate alla scuola di specializzazione per cui l'assessore Alessio D'Amato, ricorda Sileri all'inviato Filippo Roma, "ha stabilito che non vi era alcun conflitto".

 

 

Ci sarebbe però una recente sentenza della Corte dei conti che sostiene però che il divieto per il medico pubblico di svolgere attività professionale in strutture convenzionate vige anche se "l'attività sia svolta in un'unità operativa non convenzionata della stessa struttura". Come finirà il caso Sileri? E soprattutto, c'è qualcuno che vuole farlo fuori? Il sospetto è legittimo.