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Nicola Fratoianni, l'unica minaccia è quella comunista: cosa ha in agenda

di Gianluca Veneziani venerdì 12 agosto 2022

3' di lettura

Ma esattamente di quale minaccia fascista parlate? Quali gruppi estremisti, di destra radicale vedete prossimi all'accesso in Parlamento e al governo del Paese? Se minaccia c'è, è di tutt' altro segno e colore, è quella rosso-comunista, non relegata ai margini in liste minoritarie, ma presente e pressante in una delle maggiori coalizioni, quella di centrosinistra.
Non vogliamo dire che siamo all'alba di una nuova Rivoluzione d'Ottobre, così come i compagni sostengono che siamo vicini a un'altra Marcia su Roma (già, tutte le dittature prendono l'avvento in ottobre...). Ma ci limitiamo a ricordare l'identità e le battaglie ideologiche che connotano i partiti di sinistra-sinistra alleati di Letta e la possibilità concreta che i loro membri giungano in Camera e Senato.

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Su questioni come politica estera, tasse, lavoro, immigrazione e giustizia l'agenda Fratoianni, ad esempio, pare una sintesi tra il Manifesto di Marx e il Libretto Rosso di Mao. È nutrita infatti di un viscerale anti-americanismo, di un'invidia sociale che chiede tassazione punitiva per ricchi e ceto medio in nome della lotta di classe (è il vecchio odio sovietico contro la borghesia); e ancora vi sono richieste di limitazione dell'orario di lavoro e redistribuzione della ricchezza (siamo ancora al novecentesco scontro operaio-padrone). Quanto all'apertura delle frontiere, l'agenda rossa abbina terzomondismo, cosmopolitismo global (il mondo è senza confini!) e proletarizzazione della società: dobbiamo accogliere immigrati come forza lavoro, braccia utili per svolgere lavori umili, fondamentali per la tenuta dell'economia e il pagamento delle pensioni (La Grande Proletaria si è mossa, dall'Africa verso l'Italia...). E ancora, sulla giustizia, l'approccio dei soggetti sinistri evoca quello manettaro-forcaiolo dei loro progenitori, i giacobini, per i quali il limite tra fare giustizia e giustiziare era molto sottile...
 

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COMPAGNUCCI DI LETTA Per ciò che riguarda Speranza, altro compagnuccio di Letta, egli non vede l'ora di reiterare un altro metodo tipico del regime totalitario sovietico, con sorveglianza di massa, repressione da Grande Fratello e limitazione delle libertà individuali, da lui già applicato e con veemenza ai tempi del lockdown.
Ebbene, questi personaggi che Letta accudisce, si coccola e di cui condivide pezzi importanti di programma - avendo scelto la via dei dem con strabismo a sinistra, contestata da Bonaccini- hanno serie possibilità di tornare in Parlamento, dato che Speranza si candiderà nella lista unitaria Pd-Articolo 1 e non avrà problemi a essere rieletto, mentre Fratoianni e i suoi, oltre a ottenere qualche collegio sicuro nell'uninominale, hanno chance anche di superare la soglia del 3% al proporzionale. Insomma, il comunismo vive e lotta insieme a noi... A destra, viceversa, non c'è alcuno spettro fascismo: è stata la Meloni, per l'ennesima volta, a ribadire che il Ventennio è da consegnare alla storia. I partiti alla destra di Fdi poi hanno possibilità molto scarse di approdare in Camera e Senato: posto che riescano a raccogliere le firme necessarie, i gruppi di Alternativa per l'Italia (guidato da Di Stefano e Adinolfi) e Forza Nuova raggiungerebbero percentuali da prefisso telefonico. Più competitiva è Italexit di Paragone, che accoglie sì esponenti di CasaPound come Carlotta Chiaraluce, ma non può definirsi una lista di destra-destra (mette insieme un variegato mondo no euro-no green pass). La stessa CasaPound invece non parteciperà alle elezioni con una lista, visto che ha deciso di dedicarsi esclusivamente ad attività socio-culturali. Ma allora di quale invasione delle destre-destre parlano i compagni? Pensino piuttosto alla loro orda rosso-soviet... 

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