Nel mirino

Fazzolari fuori dal governo, la voce: "Colpa del fango dell'Espresso"

"È un giorno storico". Giovanbattista Fazzolari, il più fidato consigliere di Giorgia Meloni, è fuori dal governo (per ora) ma esulta. Intervistato dal Corriere della Sera, rivela che la premier incaricata, alla lettura ieri della lista dei ministri: era "fortemente emozionata. È riuscita a fare qualcosa di incredibile". Fazzolari, da molti considerato "il cervello" di Fratelli d'Italia nonché "uomo-macchina" del prossimo esecutivo di centrodestra, in quella lista non c'è. Potrebbe rientrare come viceministro o sottosegretario. Qualcuno lo vede a Palazzo Chigi con la delega alla sicurezza, pesantissima. La lunga mano del premier sugli 007, in sostanza.

 

 

 

"C'erano persone più adatte di me - si schermisce -, come Alfredo Mantovano, magistrato di altissimo profilo. Ma sono fierissimo della svolta: primo governo con un presidente del Consiglio donna, in cui la destra esprime la leadership e con ministri di grande spessore". Nei giorni scorsi L'Espresso e la stampa di sinistra hanno imbastito una pesante campagna mediatica contro di lui, rispolverando qualche tweet del passato (quasi remoto) per metterlo in cattiva luce.

 

 


Ma con la decisione della Meloni, spiega Fazzolari, non c'entrano i passati tweet nei confronti del Capo dello Stato o in favore del battaglione Azov: "Ho dato il giusto tributo agli eroici difensori di Mariupol e lo rivendico. E su Mattarella non erano attacchi personali ma classici tweet di disapprovazione su scelte da me non condivise. Ma il mio nome nella lista non c'è mai stato in quelle posizioni".