Cosa non torna

Salvini, stop benzina e diesel: "Malafede Ue? Non mi stupirei..."

Tiene banco, per ovvie ragioni, la decisione della Ue - ratificata e votata anche da Pd e M5s - di mettere al bando dal 2035 motori diesel e benzina. Una stangata, per tutti quelli che non potranno permettersi simile cambio nell'arco di 12 anni. Ma soprattutto una stangata per l'indotto produttivo europeo, che non è certo basato sulla produzione di auto elettriche.

A far discutere, soprattutto, il fatto che le componenti principali per le auto elettriche - batterie al litio in primis - siano quasi esclusiva competenza della Cina: a molti, la decisione, sembra infatti un rovinoso autogol. O peggio, un assist alla Cina. Senza tenere conto del fatto che l'impatto ambientale delle auto con motore diesel e benzina (s'intendono i motori che oggi sono autorizzati a circolare) sarebbe particolarmente basso. Circostanza di non poco conto, soprattutto a fronte del fatto che le batterie delle auto elettriche, in fase di smaltimento, comportano enormi problemi proprio in termini di impatto ambientale.

 

Insomma, qualcosa non torna. E a non tornare è qualcosa di importante. E proprio su questo aspetto sembra insistere Matteo Salvini, vicepremier, leader della Lega e ministro delle Infrastrutture. Riferendosi alla decisione Ue, ha tuonato: "O i sostenitori del tutto elettrico ignorano le conseguenze, oppure c'è malafede da parte di qualcuno a Bruxelles, e non mi stupirebbe visto quello che è successo nelle ultime settimane", e il riferimento di Salvini è allo scandalo-Qatargate. 

"Distruggere l'economia italiana ed europea per avvantaggiare il gigante cinese è una follia", ha aggiunto intervenendo al questione time al Senato. Il ministro ha poi rimarcato come "è fondamentale andare avanti sulla via della transizione senza però, mentre cerchiamo di liberarci dalla dipendenza russa per il gas, avviarci verso a una nuova e più pericolosa dipendenza cinese", ha concluso Matteo Salvini.