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Vaccino, addio infermieri: "15 dosi alla volta". L'ultima frontiera: come verremo inoculati

di Elisabetta De Dominis giovedì 18 novembre 2021

2' di lettura

«Tutti coloro che hanno una patologia, devono vaccinarsi. Perché se hai una patologia, il Covid ti ammazza» spiega a Libero Sergio Orefice, chirurgo oncologo milanese con esperienza cinquantennale nei tumori di mammella, pelle, tiroide, addome, fegato. «Io sono un esempio: avevo 2 stenosi al cuore. Ho fatto il vaccino: dopo la seconda dose ho avvertito dei forti dolori e, trascorsi un paio di mesi, non riuscivo più a respirare. Il vaccino aveva aumentato l'insufficienza coronarica, perché esso causa una reazione negli organi che hai più deboli, come fa il Covid. Ho dovuto mettere 7 stent ma, se non mi fossi vaccinato, avrei preso il Covid e sarei certamente morto».

Ma, dottore, sono morti anche diversi giovani dopo aver fatto il vaccino...
«Sono morti i giovani con patologie. Solo le persone allergiche al vaccino non devono farlo. Dobbiamo entrare nell'ordine di idee che in futuro dovremo vaccinarci ogni anno, perché insorgeranno sempre nuove malattie. Per questo ho progettato e brevettato la macchina che vaccina».

Una macchina che vaccina?
«Certo, per fare un'iniezione impieghiamo personale specializzato: un'infermiera e un medico. Invece se il vaccino lo fa la macchina, che ho chiamato Vaxmat, basta un'infermiera per sovraintendere 15/20 iniezioni alla volta».

Qual è il vantaggio?
«L'accelerazione della vaccinazione della popolazione che può raggiungere 40 milioni di vaccinazioni l'anno a un costo inferiore a quello di adesso. Ad esempio: se il costo di una vaccinazione è 4/5 euro, l'incasso annuo può arrivare a 200 milioni».

E lo scopo?
«Lo scopo è recuperare migliaia di infermieri e medici, oggi dirottati alle attività Covid, e rintrodurli nei reparti. Ogni 10 Vaxmat si risparmiano 18 persone specializzate. Inoltre diventa cospicuo il risparmio economico del personale: circa 2 miliardi in La macchina Vaxmat 3 anni».

Come funziona Vaxmat?
«È un sistema robotizzato; consiste in un box diviso in due parti: c'è un frigorifero con i flaconi pluridose, posizionati in apposite rastrelliere al di sotto del quale il braccio robotico carica il vaccino dai flaconi nella siringa e lo inietta nella spalla».

Ma quanto costa questa macchina?
«Una singola macchina costa 250 mila euro; mettendone in produzione un migliaio per distribuirle in tutto il Paese, il costo di una macchina si aggirerebbe sui 60mila euro».

Cosa serve per partire?
«Volontà e visione degli assessori e funzionari della Sanità regionale. Il futuro è adesso. Non dobbiamo farci ricogliere impreparati».

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