Lo studio

Cancro alla prostata, rischio-morte e metastasi: ecco il farmaco che li abbatte, una rivoluzione

Siamo nel mese di novembre, interamente dedicato alla salute maschile. E uno dei mali più drammatici e comuni per gli uomini è il tumore alla prostata. I numeri parlano chiaro: si tratta del secondo più comunemente diagnosticato nonché la quinta causa di morte per il sesso maschile a livello globale. Si pensi che ogni anno soltanto in Italia si stimano circa 37mila nuovi casi di tumore della prostata.

 

Eppure oggi la battaglia contro questo male, grazie a dei farmaci sviluppati nel corso degli ultimi anni, permette che oltre il 90% dei pazienti sia ancora vivo a cinque anni dalla diagnosi. Il punto è che gli uomini affetti da carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione sono generalmente attivi e non presentano sintomi, ma sono a rischio elevato di sviluppare la malattia metastatica. E ancora, come riporta Repubblica in un approfondito articolo, circa un paziente su tre con carcinoma della prostata non metastatico resistente alla castrazione sviluppa metastasi nel giro di 24 mesi. Due circostanze che rendono chiaro quale sia il punto più importante: evitare l'insorgenza delle metastasi, cercando di non compromettere, o meglio non alterare neppure, la qualità della vita.

 

Daniele Santini, ordinario di Oncologia medica all'università Campus Bio-Medico di Roma, spiega: "Novembre è il mese dedicato alla salute maschile, ed è sempre più importante poter disporre di armi efficaci come darolutamide per aiutare i pazienti con tumore della prostata a vivere meglio - premette -. I sintomi locali correlati all’apparato genitourinario possono influire negativamente sulla qualità di vita dei pazienti. Al momento della scelta del trattamento in un paziente con carcinoma della prostata non metastatico resistente a castrazione è importante, quindi, valutare farmaci come darolutamide che aiutano ad aumentare la durata di vita, riducendo il rischio complicanze correlate alla ripresa di malattia con un ottimo profilo di tollerabilità - spiega il luminare -. Oltretutto, capire meglio il profilo di tollerabilità di una terapia aiuta a prevenire e a gestire gli eventi avversi indesiderati come fatica, deficit cognitivo e ipertensione". E ancora, aggiunge che "gli ultimi risultati presentati confermano che il trattamento con darolutamide per un periodo prolungato permette ai pazienti di mantenere una vita sociale e lavorativa attiva".

Nel dettaglio, nello studio di fase III ARAMIS, darolutamide, inibitore orale del recettore per gli androgeni, ha infatti dimostrato di ridurre il rischio di morte del 31% e di migliorare la sopravvivenza libera da metastasi, senza compromettere la qualità di vita dei pazienti. Cifre e risultati confermatre anche dalle analisi dello studio presentate nel corso del Congresso dell'Associazione Americana di Urologia e al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica. I dati di queste analisi forniscono altre evidenza che confermano l'efficacia e la tollerabilità del darolutamide nei pazienti con tumore alla prostata  non metastatico resistente alla castrazione, con un progresso significativo della sopravvivenza libera da metastasi (MFS) e della sopravvivenza globale (OS). E ancora, tra i punti positivi, la sicurezza del farmaco nel periodo di trattamento.