Scontro in tv

Alda D'Eusanio rimproverata da Diaco? "Difendo il diritto alla parolaccia"

Hoara Borselli

«Detesto i moralisti e i bacchettoni. Quelli che vogliono fare i maestrini». Chi parla è Alda D’ Eusanio, ospite di un programma in Rai, è stata protagonista di un acceso confronto con il conduttore Pierluigi Diaco. 

Alda ci racconta cosa è successo?
«Durante BellaMa’ su Rai 2, all’interno di un ragionamento che si faceva sulle ragazze di facili costumi, ho usato i termini “mignotta” e “puttana”».

A quel punto cosa è successo?
«Diaco mi ha subito ripresa dicendo che non accettava che all’interno della sua trasmissione, in una rete del servizio pubblico, venissero usati termini così volgari e parolacce. Ha iniziato a bacchettarmi e a fare il moralista».

Lei si è ribellata al rimprovero.
«Ho ribadito quello che penso da sempre, ovvero che la volgarità o l’offesa stanno nell’intento di come uno pronuncia la parola e non nella parola stessa. Uno termine usato in contesti diversi, con toni diversi, assume significati completamente diversi. Non sopporto quando fanno i bacchettoni».

 

 

 

Diaco ritiene abbia fatto il bacchettone con quel rimprovero?
«Assolutamente sì e gliel’ho detto. Ho ribadito che anche nella lingua parlata ogni tanto viene detta una parolaccia senza che questo debba destare scandalo. Sia chiaro, io non faccio l’elogio alla parolaccia, dico semplicemente che non si può essere ripresi se si dice una parolaccia senza l’intenzione di offendere ma semplicemente quando è un modo di dire. Credo che ogni tanto un sonoro “vaffanculo” ci sta bene e non fa male a nessuno».

Diaco le ha ribadito che lui essendo un conduttore è un modello seguito e non può accettare che gli spettatori sentano certe espressioni nel suo programma, soprattutto nel servizio pubblico.
«Siamo davanti all’ipocrisia delle ipocrisie. Nel servizio pubblico non si dicono parolacce ma non si dovrebbero neppure dire stronzate. La buona educazione non dovrebbe aleggiare solo nel servizio pubblico ma ovunque. Io mi reputo una persona educata che può usare espressioni colorite ma senza l’intenzione di offendere».

Troppo moralismo?
«Sì, un moralismo ipocrita di chi si finge insegnante e bacchettone. Insopportabile».

Nota una pericolosa censura?
«Non credo ci sia una censura delle parolema un giusto ripensamento da parte dei dirigenti, soprattutto a Mediaset, a tornare ad avere dei toni più equilibrati e non spettacolarizzare la volgarità. E questa la trovo un’operazione giusta e doverosa. Nella Rai questo c’è sempre stato ma ho trovato insopportabile in Diaco questo suo volersi mettere nei panni dell’educatore, del maestrino, del moralista. Su questo io mi batto e non ho problemi a dire quello che penso, a stanare le ipocrisie».

Lei subì una censura in Rai o sbaglio?
«Ho subito censure di ogni genere perché sono una persona libera e dico sempre quello che penso. Non sono nota per essere una che dice parolacce. In Rai sono stata tagliata fuori per tre anni».

Cosa aveva detto?
«Ecco questa fu una censura bruttissima. Fui chiamata in una trasmissione subito dopo il mio terribile incidente che mi costò un mese di coma e in collegamento c’era un ragazzo sulla sedia a rotelle con la madre dietro al ragazzo che gli doveva sorreggere la testa perché gli si piegava completamente, non riusciva a tenerla dritta. A me quel gesto rimase particolarmente impresso».

E allora cosa accadde?
«La madre raccontò che questo figlio era andato in coma dopo un incidente in macchina e dopo dieci anni lei lo tirò fuori dal coma con i medici che le dicevano di lasciarlo andare. Lei ha combattuto con tutte le sue forze per tenerlo in vita. A me chiesero cosa ne pensassi di quella vicenda e io espressi il mio pensiero».

Quale era?
«Ho detto che se io dovessi stare 10 anni chiusa nel mio corpo come una bara senza aprire gli occhi, senza parlare, senza avere la possibilità di fare nulla, preferirei morire. Ho fatto un appello a mia madre dicendo: “Ti prego mamma, se dovesse capitarmi la stessa cosa, non tenermi in vita”. Io il coraggio di vivere così non lo avrei. La dignità della vita è fondamentale».

Questo suo pensiero cosa le costò?
«Tre anni di esilio dalla Rai. Mi cacciarono via facendo tante scuse al ragazzo, come se io avessi detto la cosa peggiore del mondo. Gubitosi impose il mio allontanamento da qualunque programma. Sono rientrata da poco».

Quel poco che è bastato per trovarsi nuovamente al centro di una polemica.
«Lo scotto che pagano le persone libere. Non mi sono mai piegata all’ipocrisia di facciata e al conformismo prima, si figuri se inizio adesso».