Bolt ha vinto i giochi grazie a lui

Lo sciamano che cura il Bayern:sangue di vitello e creste di gallo

Andrea Tempestini

  di Tommaso Lorenzini @TexBomb Qualcuno lo chiama sciamano, guaritore, altri ciarlatano dalla siringa facile come il grilletto di Tex Willer. A 70 anni suonati - anche se i fluenti capelli e la pelle tiratissima lo farebbero supporre un paio di decenni più giovane - il dottor Hans-Wilhelm Müller-Wohlfahrt è uno dei segreti del panzer Bayern, sabato atteso dalla finale di Champions League a Wembley contro il Borussia Dortmund. Perché per creare una macchina calcistica che in 10 anni ha visto il fatturato passare da 163 a 368 milioni di euro (il quarto più alto al mondo) occorre non solo una sapiente gestione economica e un sistema sano e ragionato, ma pure i risultati sul campo. E a garantire quelli e le prestazioni dei calciatori ci pensa Herr Doktor, medico dal 1977 del club bavarese e della nazionale tedesca, guardia del corpo e dei muscoli dei freschi campioni di Germania e celebrità fra le celebrità che, esaurite tutte le soluzioni tradizionali, si rivolgono a lui nella speranza di trovare l’elisir di lunga vita. Chiedere a Bono degli U2, un habitué della clinica situata nella Alte Hof, il palazzo del XII secolo in centro a Monaco: all’epoca prima residenza imperiale, oggi più che una struttura medica sembra una raffinata galleria d’arte, dove tutti i medici vestono di bianco come in un film di fantascienza anni ’60. Da queste parti è passato pure Usain Bolt, disperato per le sue condizioni fisiche prima delle Olimpiadi di Londra. A risolvere i problemi alla schiena che ha dalla nascita ci ha pensato Müller-Wohlfahrt. La terapia: choc ipocalorico con azoto liquido, oltre ad un estratto di creste di gallo iniettato nel ginocchio. Il dottore aveva pensato anche al fluido ricavato dalle pinne di squalo, altro suo classico medicamento, ma poi ha ritenuto che potesse bastare ed ha congedato Usain: «Ora vai ad allenarti e divertiti». Sappiamo come è andata ai Giochi. Un miracolo? Stregoneria? O forse hanno ragione quanti si chiedono dove stia il limite fra doping e le pratiche del tedesco? Travis Tygart, direttore dell’Agenzia statunitense antidoping (quella che ha incastrato Armstrong) parla di «esperimenti alla Frankenstein», forte del fatto che negli Usa le metodologie di Müller-Wohlfahrt siano illegali. In particolare le punture di Actovegin, estratto di sangue di vitello che migliora la circolazione e l’ossigenazione dei muscoli e accelera la guarigione nell’uomo. Ma l’Agenzia mondiale antidoping non lo considera doping e quindi non è vietato. E dunque avanti con iniezioni multiple di miscele omeopatiche, acido iarulonico, altri medicinali e lubrificanti: «È come se mettessi oli di altissima qualità in una macchina da corsa», ha detto un giorno il dottore a Jamie Redknapp, spedito a Monaco dal Liverpool per farsi curare un ginocchio ormai considerato fuori uso. The Age, quotidiano di Melbourne, afferma che l’unicità di questi trattamenti sta nel metodo delle iniezioni. La prima serie è di tipo anestetico «per non far piangere il paziente», dice il dottore in un’intervista, «poi in un secondo momento immetto gli aghi nel muscolo e inietto tutte le miscele. Niente cortisone, niente sostanze chimiche. Nessun effetto collaterale». Lo hanno sperimentato, fra gli altri, Ronaldo, Paula Radcliff, Maurice Greene, Max Rooke (giocatore di football australiano del Geelong, che nel 2007 ha speso circa 20.000 euro per potergli permettere di disputare la finale del campionato). Nel 2008, un altro giocatore australiano, Mark Coughlan, in due settimane di trattamento è stato infiltrato 102 volte con Actovegin. Jurgen Kohler impose il dottore come proprio medico personale nel contratto che lo legò alla Juve, è suo cliente pure il kaiser Franz Beckenbauer e Boris Becker lo ha voluto come fisioterapista di fiducia durante e dopo la sua carriera. E pare che i trattamenti (si parte dai 6.000 euro a seduta in su) funzionino bene anche al Bayern, dove periodicamente si recano anche i due ex Khedira (Real) e Altintop (Galatasaray): lo dimostra Arjen Robben, uno che prima di arrivare a Monaco era noto sia per le magie del piede sinistro sia per i muscoli di cristallo. Da quando è passato sotto le cure di Müller-Wohlfahrt la sua media di partite giocate sul totale è salita al 70%, roba mai vista. Il Barcellona, prima della recente semifinale di ritorno persa 3-0, ha polemizzato sulle pratiche del “doktor” in risposta alle insinuazioni sul poco fair play catalano avanzate da Beckenbauer. Ora Pep Guardiola potrà scoprirne di più e raccontare qualcosa ai suoi amici di Barcellona.