A Piazza affari

Juventus, il boom clamoroso anche in Borsa: pioggia di soldi, quanto può incassare ancora

Gino Coala

Magari, anzi, quasi sicuramente al tifoso non può fregare più di tanto. Per un tifoso della Juventus, i numeri che contano sono i 53 punti in classifica, le 17 vittorie su 19 partite, i 14 gol di Cristiano capocannoniere, i 7 scudetti consecutivi quasi 8, e via dicendo. Ma il primo numero della Signora nell' Anno Domini 2019 è il 10, e Dybala piuttosto che Platini non c' entrano proprio nulla. Perché, per amore di precisione, il numero è 10,1695, pari all' aumento percentuale del titolo azionario del F.C. Juventus nella prima giornata borsistica del nuovo calendario. Piazza Affari, ieri, come e più della serie A per quanto riguarda il fossato tra la società bianconera e le altre, che non sono avversarie e tantomeno consorelle: il "secondo in classifica" del listino è stata Prysmian, che ha realizzato il 3,44%, quasi 7 punti in meno. E proprio come accade sull' erba, in campionato, questo exploit non fa che confermare da subito il successo appena conseguito nel 2018, dodici mesi in cui le azioni della Signora sono salite del 39% risultando il miglior titolo dell' anno testé concluso. Risultati, pardon, numeri che hanno consentito al club - ma ormai è meglio chiamarlo azienda - di ottenere proprio settimana scorsa l' entrata nel Ftse Mib, la "serie A" della Borsa di Milano che altro non è che il paniere dei titoli più importanti, quello dal quale poi scaturisce il principale indicatore dell' andamento dei mercati. Per dire l' importanza della questione, sono stati i titoli di due corazzate quali Mediaset e Mediolanum a lasciare il posto alla Juve: dopo il botto di ieri, la capitalizzazione (ovvero il valore intero del pacchetto azionario) ha raggiunto la stratosferica cifra di 1,2 miliardi, che giusto per sparare un parametro più caro ai calciofili, corrisponde a 40 ingaggi annuali netti di Cristiano Ronaldo. Investimento coraggioso e riuscito, perché c' è soprattutto lui nella escalation del titolo Juve, cominciata con il suo acquisto e proseguita senza freni grazie al campo (regge sempre, sui titoli calcistici, l' effetto-scommessa sui risultati, specie in chiave Champions) e ai ricavi, ai flussi di cassa presenti e futuri derivanti dal merchandising e dallo sponsoring attorno a CR7: sono proprio queste entrate e non tanto la capitalizzazione - quella Mediaset è decisamente più grande - ad avere spinto i torinesi nel Ftse Mib, dove la visibilità per gli investitori è enorme e tutto può venire di conseguenza. L' esempio chiaro proprio da ieri, perché secondo più di un analista, il boom a doppia cifra è stato innescato dalle voci su un contatto con l' entourage di Mbappé, erede designato di Cristiano Ronaldo. Il nuovo boss sportivo di casa Agnelli, Paratici, ha smentito categoricamente a mercati aperti: eppure l' Italia, il Mondo, hanno continuato a urlare virtualmente «Juve, Juve». E a fine giornata, come se niente fosse, la cassa virtuale è cresciuta di quasi un centinaio di milioni. Magari per Mbappé non bastano, ma per quasi tutto il resto dei bipedi che calciano un pallone sì. E tanti saluti alla concorrenza, quella del calcio, quella della Borsa. Vincere è l' unica cosa che conta, ok: ma pure i soldi non puzzano, pecunia non olet, e soprattutto servono tanto al primo e solo scopo dell' Azienda Juventus. di Davide Gondola