Tacchetti

Cittadella-Verona, che derby. In Serie A si parlerà ancora veneto: una partita per la storia

Davide Locano

Comunque vada, sarà una veneta. Sarà una tra Hellas e Cittadella a sostituire virtualmente il Chievo retrocesso, mantenendo la locomotiva d' Italia in Serie A. Via stasera alla finale playoff di B: andata allo stadio Tombolato (ore 21, diretta Dazn), ritorno domenica al Bentegodi di Verona col fischio di inizio posticipato alle 21.15 per l' arrivo del Giro d' Italia. Di fronte ci saranno due modelli opposti di calcio. Da una parte c' è la storia, quella dell' Hellas retrocesso appena un anno fa: 27 stagioni tra i grandi con e uno scudetto indimenticabile. Gli scaligeri hanno sperato a lungo che Fabio Grosso trovasse la chiave per svegliare la squadra (13 pareggi e 12 vittorie in 36 partite), ma nelle ultime due giornate hanno chiamato Alfredo Aglietti per conquistare gli spareggi. All' esordio subito un pesante ko 3-0 proprio a Cittadella, poi il 2-1 al Foggia all' ultimo turno - doppietta di Di Carmine, pupillo di Aglietti già all' Entella nel 2016 - ha mandato il Verona ai playoff. Missione compiuta per ora con il 4-1 al Perugia nel primo turno e il successo esterno a Pescara nella semifinale di ritorno. DOPPIA SOFFERENZA Anche il Cittadella ha dovuto soffrire fino all' ultima giornata: a Palermo, dopo i gol di Nestorovski e Trajkovski, i veneti hanno rimontato fino al 2-2 che è valso l' ultimo posto per gli spareggi. Almeno sul campo, prima della retrocessione dei rosanero in tribunale). Il protagonista dei playoff per la squadra di Venturato è stato senza dubbio Moncini: due gol allo Spezia, poi una rete di di tacco nel 3-0 di Benevento con i cui i veneti hanno cancellato il ko casalingo subito. Senza dimenticare capitan Iori, 37 anni e un' unica esperienza in A da comprimario proprio con il Chievo dieci anni fa. E tra i pali Paleari, campione d' Italia col Milan di Allegri da ragazzino quando faceva da bersaglio per i tiri di Ibrahimovic. Il Cittadella è così riuscito a migliorare il risultato dell' anno passato, quando venne fermato in semifinale dal Frosinone. Ora è a 180' dalla A, un risultato incredibile per quella che sembra una tipica azienda famigliare veneta. Fu fondata nel 1973 dal presidente Angelo Gabrielli che fuse la sua Olimpia Cittadella, nata all' oratorio, con i comunisti dell' Us Cittadellese. Proprio come con la sua azienda siderurgica - nata da una semplice officina nel dopoguerra e oggi terza impresa padovana per fatturato (786 milioni dietro Safilo e Alì Supermercati) - Gabrielli ha costruito un miracolo a piccoli passi con programmazione e continuità. Dalla Promozione al doppio salto in tre anni (1998-2000) dalla C2 alla B con Ezio Glerean e il suo 3-3-4, quando però al timone c' era il figlio Piergiorgio. Nel 2002 Angelo è tornato alla presidenza e l' ha mantenuta alla sua morte nel 2009, quando la società è passata nelle mani dell' altro figlio Andrea, attuale numero 1. Al primo anno della nuova gestione, il Cittadella ha raggiunto subito i playoff per poi tornare nelle zone basse della classifica fino alla retrocessione che ha chiuso l' era Foscarini (2005-2015). La risalita è stata affidata a Venturato: subito tra i cadetti di nuovo e poi due playoff di fila. Ora c' è un finale da favola da scrivere: con 20 mila abitanti, Cittadella potrebbe diventare il Comune più piccolo mai approdato in Serie A. di Francesco Perugini