Parabole

Sebastian Vettel verso l'addio alla Ferrari: "Marchionne? Non era un tipo facile. Arrivabene? Incompreso. Binotto? Nessun rancore"

Sebastian Vettel, 115 Gp con la Ferrari, dopo Schumacher e Lauda è il pilota più vincente della Ferrari. Ricorda i primi contatti con Maranello. "Sergio Marchionne al telefono mi disse: Perché non costruiamo qualcosa insieme, le va di aiutarci a riportare la Ferrari a vincere? Gli dissi di sì". Le vittorie più belle? "Malesia 2015, seconda gara, un inizio stupendo. E Montecarlo 2017". Torna a parlare di Marchionne: "Un uomo molto potente, a volte impetuoso, aveva tanta influenza anche sulla F1. Non era un tipo facile, con lui era difficile discutere. Ma tutti lo rispettavano. La sua scomparsa è stata uno choc per noi". Maurizio Arrivabene? "Da fuori non è stato compreso, ha avuto un ruolo molto importante nel rilancio. Mi sono trovato subito bene con lui, nonostante alcune difficoltà. Fra noi c'era fiducia, ha affrontato periodi complicati. È dura essere team principal quando sei vicino all'obiettivo e poi non lo raggiungi. Ho imparato molto da Maurizio", racconta in una intervista al Corriere della Sera.

 

 

 

Nel 2019, arriva Charles Leclerc: "Dopo i picchi del 2017 e 2018, l'anno scorso non c'è stata progressione e quest' anno è stato ancora più complicato per diverse ragioni. Eppure abbiamo spinto tanto per tornare competitivi. Però non ragiono così, sugli alti e i bassi: sono stato parte di questa squadra per sei anni ed ero il primo a voler dare una mano per recuperare. Ricorda la chiamata di Mattia Binotto per informarlo del non rinnovo del contratto: "Non mi sono sentito tradito. Con lui ho un rapporto buono. Sono abbastanza anziano per capire e accettare le decisioni. Ho avuto un lungo periodo per riflettere sul dopo. Non porto rancore, non sono il tipo. Di certo la mia uscita dal team (annunciata prima dell'inizio del Mondiale ndr ) non ha agevolato, non era la stessa situazione di prima". Leclerc è il compagno più forte che ha affrontato in F1? "Sono stati tutti forti, ma lui è il più promettente. Sarà una delle future stelle. Sarei sorpreso se non lo diventasse". Lewis Hamilton? "Volontà, impegno, dedizione". Mick Schumacher in F1 che effetto le fa? "È forte, farà strada. Io a differenza di tutti non lo collego al cognome Schumacher perché so che cosa vuole dire. E mi rende anche un po' triste che Michael non possa essere qui a festeggiare i successi del figlio. Non so quanti altri piloti avrebbero gestito una carriera come ha fatto Mick", conclude Vettel.