Il caso
Luis Suarez, "il passaporto? Lo volevo già da un anno": come stanno davvero le cose con la Juventus
Luis Suarez ha concesso un’intervista a El Transistor e ha dato la sua versione dei fatti sulla brutta vicenda del passaporto, sulla quale è in corso un’inchiesta che coinvolge anche la Juventus e importanti esponenti della politica italiana, oltre che dell’università di Perugia. “Avevo tante proposte, non solo dalla Juventus. Non era l’unico club interessato a prendermi. Il passaporto lo volevo già da un anno”, ha assicurato l’attaccante dell’Atletico Madrid in merito all’intenzione di prendere la cittadinanza italiana.
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“Non volevo fare nulla se prima non avessi lasciato il Barcellona”, ha spiegato Suarez che ha poi aggiunto: “È stata dura, specie quando ho dovuto comunicarlo ai miei figli. Loro avevano già capito tutto. Io volevo che mi vedessero lasciare il club in grande stile. Koeman mi ha chiamato e mi ha detto che non avrebbe più fatto affidamento su di me. Ho accettato la decisione ma gli ho detto che avevo un contratto. Non ho parlato con il presidente, potevo restare ma a quel punto era diventata una questione di orgoglio: avevo bisogno di cambiare”.
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Suarez ha poi trovato una nuova casa a Madrid, sponda Atletico, dove si sta trovando molto bene: “Simeone è uno di quegli allenatori che quando si tratta di convincere un giocatore lo fa. Per la sua mentalità, la sua positività. Dicevano che non ero più nel mio momento migliore, ma lui mi ha trasmesso fiducia. Non ero preoccupato per il modo in cui gioca l’Atletico. Ho giocato in Uruguay, col Liverpool, sapevo che mi sarei adattato bene alla filosofia dell’allenatore”.
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