Cambi di casacca

Dopo Leo Messi, altro botto di mercato: "Dove va Kylian Mbappè", la bomba di Luciano Moggi

Luciano Moggi

Si ricomincia e questa volta coni botti del calcio mercato, generati tutti da squadre straniere (a caccia dei nostri migliori giocatori), di casa ormai in Italia ed evidentemente a conoscenza dei conti in rosso dei nostri club. Fino ad ora Psg e Chelsea l'hanno fatta da padroni nel devastare il nostro campionato, specialmente la squadra dell'emiro Al Thani che compra e tessera gli svincolati senza badare a spese. Non importa se ne venga fuori una rosa mal composta, magari zeppa di doppioni, con 5 portieri ,7 attaccanti, qualche difensore, pochi centrocampisti e tanti trequartisti (tra l'altro tutti titolari in pectore). 

 

Tanto poi dovrà pensarci l'allenatore di turno ad assemblarli e per questo fioccano gli esoneri, per l'incapacità dei mister a schierare una squadra equilibrata, perché più adatta alla Playstation che ai veri campi di calcio, nonostante siano tutti campioni. È infatti bandito infatti il gioco corale e l'attività di scouting è considerata roba di altri tempi. Conta solo che nel gruppo ci siano nomi per infiammare la piazza e attirare gli sponsor. Per questi signori il campo è come un teatro dove chi recita meglio prende gli applausi relegando a comprimari il resto della squadra. Con questi concetti è sempre venuta fuori una compagine che diverte il pubblico ma anche gli avversari, ad esempio il Psg, incapace di vincere l'ultima Ligue1 (secondo addirittura dietro al Lille) e sempre deluso in Champions. 

CHE ATTORE
Quest'ultima sembra essere stata la molla per convincere l'emiro a spendere ancora somme ingenti per prendere Hakimi dall'Inter (60 milioni e 8 netti al giocatore). Stipendi poi da favola a giocatori a parametro zero: purtroppo per la serie A fra loro c'è il nostro Donnarumma, che a 22 anni si trasferisce a Parigi per 12 milioni netti annui (bonus compresi), oltre a Wijnaldum (10 netti) e Sergio Ramos (15 netti) che addirittura preferisce il Psg al Real. E adesso è la volta di Messi peril quale ipotizzare 35 milioni netti pare il minimo sindacale (anche se, al solito, il balletto delle cifre va dai 27 ai 40). Dice infatti Laporta, presidente del Barcellona: «Non potevamo tenerlo a quelle condizioni, troppo negativo il bilancio lasciatomi in eredità da Bartomeu». 

 

La replica di Messi piangente: «Mi dispiace lasciare una squadra dove sono arrivato da bambino». Confrontando le due dichiarazioni viene spontaneo pensare che Messi non sia voluto restare a Barcellona perché sarebbe stato fin troppo facile rendere felici dirigenti, tifosi e anche se stesso: bastava dimezzare lo stipendio del passato. In compenso un buon attore... pianto quindi di coccodrillo? È in agguato intanto la vecchia volpe Florentino Perez che, appena sarà ufficializzato il passaggio di Messi al Psg, partirà alla carica con Al Thani per far vestire a Mbappé la maglia del Real. Il Chelsea invece, in maniera certamente più oculata dei francesi e, in ottica delle esigenze di squadra, dovendo cercare un attaccante, si approccia anch' essa con l'Inter tenendo conto del momento che sta passando la società nerazzurra. Punta su Lukaku e lo acquista per la cifra record di 115 milioni. Con tale operazione, assieme a quella di Hakimi, l'Inter può assestare il bilancio ma perde in qualità il nostro campionato e la squadra nerazzurra in competività. La gente si interroga sul perché il presidente Zhang permetta queste cessioni, ed è la stessa gente che aveva criticato Conte quando divorziò dall'Inter. 

LE RAGIONI DI CONTE
Evidentemente il mister era a conoscenza di certe cose, e ricordava le brutte abitudini cinesi di Zhang & C. che, ad esempio, vinto il campionato con lo Jiangsu, non lo hanno iscritto al seguente abbandonandolo al suo destino, tanto che la Federcalcio cinese ne ha dovuto decretare l'esclusione e di conseguenza il fallimento per mancanza di compratori. Mentre l'ex interista Eder sta ancora a reclamare stipendi non pagati. Magari Antonio aveva dichiarato forfait perché non voleva che la squadra fosse mutilata dei pezzi migliori che, con tanta fatica, era riuscito a mettere assieme. Un messaggio soprattutto per chi ha parlato allora di brutto carattere da parte di Conte. 

 

Il tutto alla faccia del fair-play tanto sbandierato da Ceferin che evidentemente predica bene ma razzola male se è vero che ha voluto al suo fianco, come presidente dell'Eca, proprio Al Thani (in luogo del dimissionario Agnelli): poco adatto, almeno fino a poco tempo fa, nell'osservanza del fair-play e da ora in poi del salary-cap. Del nostro campionato parleremo a mercato più avanzato, ci saranno ancora tanti trasferimenti tra le squadre italiane (magari come prestiti) per riempire i ruoli lasciati vacanti dal passaggio del ciclone franco-inglese.