Galletto

Francia, Macron-stalker porta male ai suoi: cosa è successo

Mauro Zanon

Parigi. È il 17 novembre, mancano tre giorni all'inizio ufficiale del Mondiale in Qatar, e all'hotel che ospita i "Bleus" a Doha arriva un video -messaggio da Parigi: è il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, che incita Didier Deschamps e i suoi ragazzi a dare il massimo per portare a casa la seconda Coppa del Mondo consecutiva. Perché si sa, vincere una grande competizione sportiva è benefico non solo per il palmarès, ma anche per il morale del Paese, per la sua economia e, soprattutto, per la popolarità dei dirigenti. 


Perdere invece lascia tracce che durano nel tempo, acutizza rabbie nascoste e aggrava le frustrazioni, come dopo la figuraccia della Francia in Africa del Sud nel 2010, che contribuì ampiamente al declino dell'allora presidente Nicolas Sarkozy. È per questo motivo che Macron, azzoppato sul fronte interno a causa dell'assenza di maggioranza assoluta all'Assemblea nazionale e atteso al varco da un'opposizione agguerrita per ogni progetto di riforma, ha messo fin dall'inizio una pressione pressoché soffocante sulle spalle di Kylian Mbappé e dei suoi compagni. Puntava tutto sul Mondiale per ri dorare la sua immagine di leader sbiadito, anche se lui stesso diceva che non bisognava "politicizzare lo sport" (17 novembre, a Bangkok, a margine del Forum di cooperazione Asia -Pacifico).

 


SCENEGGIATA
E invece, l'unico titolo conquistato al termine della spedizione qatariota è quello di «campione del mondo dell'imbarazzo», come sottolineato dall'opposizione in Francia, in riferimento al teatrino di cui è stato protagonista prima sulle tribune, poi in campo, e infine negli spogliatoi. Le scenate sugli spalti accanto all'emiro del Qatar per ogni gol o azione pericolosa della nazionale francese sono risultate a tutte stucchevoli, anche a quelli che quattro anni fa, a ragione, consideravano la foto che lo immortalava nella sua esultanza in Russia accanto a Vladimir Putin tra gli scatti che fanno la Storia. Ma ancor di più è risultata patetica la sua discesa in campo a fine partita, quando si è avvicinato a Mbappé per provare a consolarlo davanti alle telecamere di tutto il mondo. Una carezza sulla testa, una pacca sulla spalla, qualche parola sussurrata all'orecchio, ma niente: il numero dieci della nazionale francese non lo ha degnato di uno sguardo, anzi, era visibilmente infastidito dalla presenza di Macron, forse più consapevole dell'inquilino dell'Eliseo dell'importanza di non strumentalizzare lo sport per questioni politiche.

 

Negli spogliatoi, infine, si è consumato l'ultimo episodio del triste Macron-show. Davanti a dei giocatori in mutande, stremati, arrabbiati e con l'unico pensiero di tornarsene a casa, il presidente francese ha sguainato un discorsetto motivazionale, dicendo loro quanto sono resilienti e quanto è fiero del loro percorso, finendo con un banale «Vive la République, vive la France». «Il presidente della Repubblica è andato a Doha per la finale, sicuro di poter assistere a una seconda vittoria, sotto il suo mandato, dei Bleus. Era l'occasione per cavalcare l'onda della terza stella, per lustrare le scarpe del Qatar e per curare la sua immagine pubblica. Ma l'Argentina di Lionel Messi ha stravolto un piano che sembrava senza ostacoli. E Macron si è ritrovato ancora una volta in posizione di fuorigioco, sbagliando ruolo. Perché se lo sport è politica, qualsiasi intervento politico, quantomeno in una Repubblica, non è invece consono su un campo di calcio», ha tuonato il magazine So Foot.
 

 

CRITICHE DA TUTTI
Persino BfmTv, rete all-news molto benevola con Macron, ha definito inadeguato il comportamento del presidente francese. «Ci si chiede cosa gli sia passato per la testa. In che momento si è detto che la sua presenza era richiesta sul terreno di gioco? In che momento si è detto che i giocatori avevano bisogno della sua spalla per essere consolati?», ha commentato l'editorialista politico Matthieu Croissandeau. A rendere ancora più sanguinoso il ritorno a casa (senza coppa) di Macron, ha contribuito un'inchiesta del Point sugli spostamenti molto dispendiosi del presidente e del suo entourage. I viaggi di Macron in Qatar a bordo dell'A330 e del Falcon 7X sono costati 501mila euro ai contribuenti francesi. Sconfitti e pure mazziati.