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Monza, esplode la bomba: soldi, senza Berlusconi è già finita?

Giampiero De Chiara

«Per l’amore che nutro nei confronti di Silvio Berlusconi farò tutto quello che mi verrà richiesto. Al momento nessuno mi ha mi ha parlato del futuro del Monza calcio». Adriano Galliani, nel più puro stile da civil servant del mondo berlusconiano, certifica l’incertezza che regna attorno al club di cui è vicepresidente vicario e amministratore delegato. Il Monza, di proprietà della Fininvest, dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi è in attesa infatti di conoscere il proprio destino. Ma tutti continuano a lavorare, in primis Galliani, per preparare al meglio la prossima stagione.

«In questa vicenda sono l’oggetto, non il soggetto. Quel che posso fare è continuare a gestire la società al meglio, e andare in giro con la maglia biancorossa, come ho cominciato a fare quando avevo cinque anni», ha spiegato qualche giorno fa proprio Galliani. Come ha rivelato Affari&Finanza, l’inserto economico di Repubblica, il buon Galliani non è rimasto con le mani in mano. Sta lavorando sulle trattative di mercato, sta organizzando il ritiro estivo della squadra nel bresciano e si occupa che che il centro sportivo del club, di cui Paolo Berlusconi è presidente onorario, sia messo a nuovo, come anche la tribuna ovest dello stadio di calcio.

SOCI DI MINORANZA
Che qualcosa dovesse cambiare negli attuali assetti societari, era chiaro anche prima della morte di Silvio Berlusconi. Il Cav, dopo aver letto i libri contabili della società che certificavano una perdita di 65 milioni (più del doppio rispetto ai 31 del 2021), aveva deciso di cercare dei soci di minoranza. Ecco quindi, qualche settimana fa, l’incontro con l’armatore greco Evangelos Marinakis, già proprietario del Nottingham Forest e dell’Olympiakos. E in società avevano anche deciso di avviare contatti con altri possibili investitori stranieri. Dopo la scomparsa dell’ex premier tutto si è fermato. Bisogna capire cosa decideranno di fare gli eredi di Berlusconi e si attende, inoltre, la lettura del testamento del Cavaliere.

Nel frattempo Galliani lavora e il club continua a spendere e investire soldi, nonostante l’ingente debito. Anche perché il tecnico Raffaele Palladino, subentrato ad inizio campionato a Giovanni Stroppa, ha compiuto una vera e propria impresa sportiva portando il Monza all’11° posto in classifica e battendo in campionato Napoli, Intere Juventus (due volte). L’obiettivo, per la prossima stagione, è quello di migliorarsi ancora, sognando magari l’Europa League. Male incombenze finanziarie pesano e l’incerto futuro dell’assetto societario rischiano di rovinare il giocattolo. I tifosi sono un po’ preoccupati, ma restano ottimisti. La proprietà è solida e anche se dovesse decidere di cedere delle quote, si era già attivata per trovare soci affidabili. Certo non essere più la squadra di Berlusconi o, comunque, di proprietà della famiglia di quel club che è uno dei simboli di quella Brianza cui il berlusconismo si è più identificato e cementato con il territorio, suonerebbe un po’ strano.