Serie A

Juve fermata dal Genoa: 1-1 al Marassi. l'Inter resta in testa

Niente contro-sorpasso. La Juventus a Marassi non sfrutta l'anticipo del venerdì, sbatte contro il 'muro' di un Genoa solido e coraggioso, pareggia 1-1 e fallisce l'occasione di rimettersi solitaria in testa al campionato spodestando l'Inter ma riducendo il gap ad una sola lunghezza in attesa della sfida dei nerazzurri contro la Lazio.

La Signora, apparsa poco lucida e dinamica, non ha sfruttato il rigore che Chiesa si è procurato e ha realizzato poco prima della mezz'ora di gioco e ad inizio ripresa si è fatta sorprendere dall'ardore e dalla tenacia del Grifone che, trovato il pareggio con Gudmsunsson, ha retto bene l'assalto della Juventus che ha patito l'assenza di un regista come Rabiot, costretto a rinunciare per un pestone e un problema al costato. Una battuta d'arresto inattesa per i bianconeri che consente all'Inter di dare una prima spallata al campionato a quattro giornate dalla fine del girone di andata.

 

 

La squadra di Allegri ha patito oltremodo l'aggressività e l'equilibrio tattico di un Genoa ben disposto in campo che non si è fatto intimidire dal blasone avversario e consapevole delle potenzialità per poter addrizzare il match, ma soprattutto la squadra di Allegri non ha trovato nei suoi attaccanti la lucidità per poter fare la differenza. Vlahovic non ha brillato così come non è stato incisivo Chiesa, rispetto alla gara contro il Napoli. E i cambi non hanno cambiato lo spartito. L'organizzazione dei rossoblà ha così messo in seria difficoltà la Juiventus che nel finale si è cimentata in un assalto sterile e assai confuso rischiando anche di subire la rimonta.

Nella Juventus fuori il motore del centrocampo Rabiot, al suo posto Miretti. Per il resto in casa bianconera stessa formazione scesa in campo contro il Napoli con la coppia Vlahovic-Chiesa confermata dal 1' per la quarta volta consecutiva. Nel genoa Gudmunsson schierato 'falso nueve' e Malinovskyi alle sue spalle, a centrocampo Badelj e Frendrup. Il campo non è un perfette condizioni e questo condiziona le scelte e le linee di passaggio dei bianconeri che provano a sfruttare le fasce laterali per evitare il traffico al centro del campo. Il primo squillo è del Genoa con Malinosvky che da fuori area calcia forte di collo sinistro (Szczesny blocca senza difficoltà) ma la squadra di Gilardino non riesca a fare continuità al suo gioco alla manovra subendo la pressione della Juve che schiaccia il Genoa nella propria area. Serve massima accortezza in casa rossoblù e proprio un controllo sbagliato di Badelj in fase di costruzione permette a Vlahovic di rubare palla e appoggiare per Chiesa che viene atterrato in area dal portiere.

È lo stesso attaccante della nazionale a calciare dal dischetto con un destro potente imparabile con cui aggiorna il suo score stagionale in campionato portandosi a cinque reti. Il Grifone tenta una reazione con un tiro velenoso di Vazquez che si esaurisce poco sopra l'incrocio sulla sinistra e nel finale di frazione si costruisce l'occasione migliore che non viene finalizzata da Gudmundsson che sulla sponda acrobatica dello stesso Vazquez fallisce l'impatto con il pallone da ottima posizione.

 

 

Il Genoa, pur arrivando con una certa frequenza nella trequarti avversaria, ha necessità di spingere con maggiore incisività per provare a riequilibrare il match e nella ripresa cambia assetto inserendo Ekuban al posto di Vazquez. La scelta offensiva coraggiosa di Gilardino si dimostra quantomai indovinata. L'attaccante ghanese dà la scossa giusta e al primo affondo il Grifone al 48' fa centro con un colpo in spaccata di Gudmundsson sotto porta su appoggio di spalle e di testa proprio del nuovo entrato.

La Signora che puntava ad addomesticare il match senza correre troppi rischi è costretta così a ricostruire la partita e alza subito il ritmo per portarsi nuovamente in vantaggio. Chiesa ha una chance su errore di Martinez ma lo scavetto gli riesce a metà, poi al 54' i bianconeri contestano un braccio largo in area di Bani. L'impeto della Juve si fa sempre più marcato, il Genoa retrocede un po il baricentro aspettando gli avversari sulla propria metà campo provando a colpire con le ripartenze, ma è una Juve che fatica a scardinare il muro rossoblù. E si sente l'assenza di un regista e un play come Rabiot. A poco più di 20' dal termine Allegri si affida così alla panchina mandando in campo Weah per Kostic e Milik al posto di vlahovic, dentro anche Iling-Junior e fuori Miretti. Emerge la personalità di un Genoa, attento, solido, equilibrato. Ai rossoblù serve una grande parata di Martinez all'89' su Bremer per tenersi stretto un punto che smuove la classifica e regala fiducia e morale. Per la Juve un passo falso che non permette l'ennesimo sorpasso. Con il rischio di ritrovarsi un'Inter in fuga.