L'attaccante

Leao, "spero di essere capitano": le parole che spazzano via ogni dubbio

"Il mio idolo? Cristiano Ronaldo e so di poter arrivare al suo livello, ma io non sono un giocatore egoista e se ho la possibilità di far segnare gli altri per me è ugualmente importante”. Inizia così la sua intervista a Sky Rafa Leao, che ha stilato anche la sua personale top-11: “Un 4-3-3 con in porta Maignan, Cancelo a destra, Theo a sinistra, Thiago Silva centrale con Ruben Dias. A centrocampo Bellingham, De Bruyne, Modric. E davanti io a sinistra, Vinicius a destra e Mbappé centravanti”. Se in questa epoca i numeri fanno la differenza “non posso essere paragonato a Mbappé ed altri, ma è un qualcosa che devo mettermi in testa”. Il suo amore per la squadra rossonera, comunque, non è in discussione: "Sapere cosa i compagni e i tifosi si aspettano da me mi dà consapevolezza e voglia di dare qualcosa in più. Spero di essere capitano in futuro e per me è una gioia giocare con questa maglia".

Leao sui giovani del Milan: “Al gol di Simic ero contentissimo”

Nel suo Milan hanno già esordito diversi giovani come Camarda, Vanoli e Simic: “Ci sono tanti ragazzi bravi, che lavorano sodo e ascoltano i consigli, devono sfruttare ogni possibilità al massimo e farsi trovare pronti lavorando duramente perché non si sa mai quando questa occasione può arrivare — ha commentato Leao — Al gol di Simic (contro il Monza, ndr) ero contentissimo, una sensazione incredibile. Quando sono arrivato al Milan nessuno parlava di me, oggi sono un idolo e per questo ringrazio i tifosi perché mi hanno sempre messo pressione, ma in modo positivo attendendosi qualcosa di più da me. Il mio motto nel calcio e nella vita è mai arrendersi”.

 

 

 

Leao: “Con Pioli all’inizio rapporto un po’ strano, oggi merita il meglio”. E quando arrivava Ibra…

Sul prosieguo di stagione, l’idea del portoghese è quella di vincere l'Europa League: "Ibra l’ha vinta, ci trasmetterà l’esperienza per poterla raggiungere — aggiunge il portoghese — Il Milan non l’ha mai vinta: con tutti i miei compagni sappiamo di avere la responsabilità di poter essere ricordati anche per quello". Su Pioli a sorpresa il giocatore commenta così: “All’inizio il rapporto era un po’ strano. Io sono una persona a cui devi dire le cose giuste e dirette senza girarci troppo intorno. Se mi parli 30 minuti non ti ascolto. Il suo approccio era aggressivo, io sono tranquillo e quindi devi saperti relazionare con me. Lui però mi ha capito ed è cambiato. Mi chiamava spesso per chiedermi della mia famiglia, se avessi bisogno di qualcosa, del modo di giocare. Da lì è cambiato il nostro rapporto come se fosse una relazione tra papà e figlio. Merita il meglio e mi ha aiutato a crescere”. E su Ibra: “Quando facevo buone partite lui non mi diceva niente, se giocavo male invece lui arrivava e mi diceva 'Rafa…'. Mi trasmetteva una pressione positiva”.