A Casazza vince la storia del ciclismo

Roberto Amaglio

Li abbiamo rivisti e si sono rivisti tutti molto volentieri. Dal due volte iridato Francesco Moser, al vulcanico Dino Zanegù, passando per il Diablo Claudio Chiappucci, per il naturalizzato vincitore del Giro d’Italia 1994 Eugenio Berzin e per l’intramontabile Francesco Prina, coetaneo di Coppi essendo nato il 1919, pure lui presente al via in grande forma. Quella a cui si è assistito a Casazza domenica 1 agosto è stata un’edizione dei campionati italiani degli ex professionisti estremamente positiva, con oltre 80 campioni del passato che si sono contesi nelle rispettive categorie la conquista delle cinque ambite maglie tricolore. Tuttavia l’aspetto agonistico è passato necessariamente in secondo piano: come spesso accade in occasione di questi revival di ciclismo, a tenere banco è stato l’aspetto folkloristico della giornata, con molti storici corridori che hanno dimostrato ancora una volta di essersi trovati a loro agio nei panni degli intrattenitori e degli uomini di spettacolo. Primo fra tutti, ovviamente, Dino Zandegù che, dopo un’ottima performance durante il pranzo offerto dalla società organizzatrice U.C. Casazza, si è presentato al via con la stessa bicicletta con cui nel 1965 ha vinto il Giro di Romagna. Pochi giri per lui, alcuni dei quali trainato da una motocicletta dell’organizzazione, abbastanza però per meritarsi gli applausi del pubblico e per poter salire sul palco delle premiazioni, dove ha cantato la sua “Contador va come un vapor”. Grande protagonista anche il varesino Francesco Prina, due volte campione italiano nel ciclocross e ora fresco 91enne. Il gruppo gli ha concesso una partenza anticipata e il buon Prina si è concesso due delle quindici tornate tutto solo in testa, abbastanza per guadagnarsi i meritati applausi del pubblico. Nella prova riservata agli over 50, inoltre, come dimenticare i Contini, i Moser, i Lanzafame, i Baronchelli, i Paganessi, i Corti, i Gavazzi e i Massignan, alcuni dei ciclisti che hanno scritto le pagine più belle dello sport nostrano? Così come nella gara riservata ai più giovani si sono visti al via corridori come Beppe Turbo Guerini, i già citati Chiappucci e Berzin, il campione uscente Tosi. Campioni – Oltre all’aspetto di colore, tuttavia, c’è chi l’impegno agonistico l’ha voluto onorare al meglio, sfoggiando la sua ancora ottima condizione e chiudendo la gara con una media superiore ai 37 orari. È questo il caso del bresciano Alessio Bongioni, ora amatore nella MTB, laureatosi campione italiano nella M1 davanti a Eddy Mazzoleni e Marco Serpellini. Festa anche per il toscano Fabrizio Convalle (M2, vincitore al Giro d’Italia del 1990 della frazione di Teramo) e lo sprinter Pierino Gavazzi (M4). Si conferma campione italiano della M5 Francesco Lucchesi (classe ’31). Ma l’acuto più atteso è stato quello di Ennio Vanotti nella M3, il quale ha vinto davanti al suo pubblico indossando la maglia del sodalizio sportivo di Casazza. Non a caso all’ex professionista di Almenno San Bartolomeo (già campione italiano degli ex a Varese nel 1994) è stato tributato un boato da stadio. Lista campioni italiano ex pro 2010 M1: 1. Alessio Bongioni; 2. Eddy Mazzoleni; 3. Marco Serpellini. M2: 1. Fabrizio Convalle; 2. Angelo Lecchi; 3. Alessandro Pozzi. M3: 1. Ennio Vanotti; 2. Giovanni Bino; 3. Pasquale Pugliese. M4: 1. Pierino Gavazzi; 2. Bruno Colombo; 3. Franco Cortinovis. M5: 1. Francesco Lucchesi.