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Pensioni, un'altra beffaper chi ha cambiato lavoro

I lavoratori che hanno versato contributi a più enti previdenziali costretti a pagare il riscatto

Lucia Esposito
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Per i pensionati arriva un'altra beffa, riguarda i circa quattrocentomila italiani che nel corso della loro vita professionale hanno cambiato lavoro. Ne ha parlato Libero giovedì 8 novembre: fino al 1958 ricongiungere i contributiavveniva gratuitamentel, semplicemente la somma versata a un determinato ente veniva sommata ai contributi confluiti nella nuova cassa. Nel luglio del 2010, in quella che poi è diventata la legge 122,  viene inserito un articolo che stabilisce che questo ricongiungimento deve avere un costo. E anche alto. il prezzo è quello del riscatto della laurea. E così dal primo luglio, tutti quelli che hanno fatto domanda di pensione e che hanno cambiato lavoro una sola volta o anche più nella loro vita e quindi anche ente di previdenza, è arrivata la temutissima lettera dell'Inps con i calcoli. In pratica se si vuole far confluire i contributi versati,  bisogna pagare come se avesse studiato per dieci, venti o trent'anni. Cifre iperboliche che possono arrivare, in qualche caso anche a 600mila euro. Soldi che possono essere pagati subito o suddivisi in più rate, rate che a volte valgono quanto la pensione. L'alternativa è la totalizzazione dei contributi., gratuita, ma che impone il sistema contributivo anche a chi ha le carte in regola per il metodo retributivo con una penalizzazione del 50% sull'assegno mensile. Un'ulteriore mazzata per i pensionati che nella loro vita hanno cambiato lavoro, in tutto sono circa 400mila.  Leggi la lettera di un "ricongiunto" pubblicata da Libero giovedì 8 novembre

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