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Via la Mogherini parte il rimpasto: al posto di Lupi...

Matteo Legnani
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Matteo Renzi sta fortemente sponsorizzando la nomina di Federica Mogherini a responsabile della politica estera dell'Unione europea. Una mossa che frenerebbe le chance di Enrico Letta a presidente del Consiglio europeo. E che per il premier produrrebbe una ltro vantaggio: poter avviare con meno clamore un ricambio della compagine governativa che avrebbe il suo culmine il prossimo autunno. "Rimpasto", si chiama, anche se Renzi si rifiuterà in ogni caso di usare quel trmine importato tale e quale dalla Prima Repubblica. Il primo obiettivo del capo del governo sarà quello di ricalibrare il peso delle varie forze politiche a Palazzo Chigi tenendo conto del loro valore espresso con le ultime elezioni europee. Nel mirino c'è innanzitutto il Nuovo centrodestra e il suo leader Angelino Alfano. Che, secondo quanto riporta oggi il quotidiano "La Repubblica" dovrebbe lasciare il Viminale. Luogo nel quale ha dovuto guadare più di una tempesta, uscendone con una immagine certo un po' sfuocata. Ma al suo principale alleato di governo, Renzi riserverebbe comunque un trattamento di favore, facendolo approdare alla Farnesina appena liberata dalla Mogherini. Un ministero altrettanto importante ma politicamente meno esposto, considerato anche l'iper-attivismo di Renzi in politica estera. Al posto lasciato libero di Alfano andrebbe Marco Minniti, attuale sottosegretario con delega ai Servizi e consolidata esperienza nel mondo della sicurezza. Ma le novità per Ncd non finirebbero qui. Perché da tempo Renzi ha messo gli occhi sul ministero delle Infrastrutture, una casella che considera essenziale, insieme a quella dell'Istruzione, per la seconda fase del suo governo. Maurizio Lupi, titolare di quella delega, ha a disposizione fino al 30 giugno per decidere se restare a Roma oppure optare per Bruxelles. Dall'Ncd raccontano che preferirebbe restare al ministero di Porta Pia e che della scelta tra Roma e Bruxelles avrebbe discusso a lungo con Angelino Alfano in una riunione ristretta al Viminale mercoledì scorso. Il gossip Pd indica nel sottosegretario Luca Lotti, fidato braccio destro del premier, il successore di Lupi. Ma lo stesso Lotti potrebbe restare al suo posto a palazzo Chigi assommando tra le sue deleghe anche quella ai Servizi ora di Minniti. Altra poltrona notoriamente tremolante è quella su cui è seduta al Miur Stefania Giannini, reduce dalla liquefazione di Scelta Civica. L'idea di renzi sarebbe quella di "spacchettare" il mega-ministero per farne due: quello dell'Università, che resterebbe in capo alla Giannini, e quello dell'Istruzione, che verrebbe affidato alle cure del democratico Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza e coordinatore della campagna per le primarie di Renzi. Un fedelissimo dunque, come Lotti. L'ultima pedina che potrebbe saltare, scrive sempre "La Repubblica", è quella del ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, che ha in mano la partita strategica dell'Expo. Il suo difetto sarebbe quello di essere ancora troppo bersaniano, non allineato al nuovo corso del Nazareno.  

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