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Non hanno capito niente: tagliato solo il 33% dei rimborsi

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I fondi saranno disponibili anche per un solo eletto

Nicoletta Orlandi Posti
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Il finanziamento ai partiti rimane, eccome. L'accordo sui tagli non è stato raggiunto. I relatori, Gianclaudio Bressa e Peppino Calderisi, del testo sui controlli dei bilanci di partito e sulla riforma del loro finanziamento presentato oggi in Commissione hanno previsto dei tagli, ma non abbastanza visti i risultati dell'antipolitica registrata in questa ultima tornata elettorale. Solo una sforbiciata del 33% è prevista per l'ultima tranche, un taglio del 50%, ovvero 91 milioni annui, arriverà solo quando la legge andrà a regime. Proposta tecnici "In via transitoria, le rate dei rimborsi elettorali relativi alle elezioni svoltesi dal 2008 al 2011, il cui termine di erogazione non è ancora scaduto alla data di entrata in vigore della presente legge, sono ridotte del 10%. L'importo così risultante è ridotto di un ulteriore 33%". E' quello che si legge nel testo sul controllo dei bilanci di partito e sulla riforma del loro finanziamento, messo a punto dai relatori.   "E' una proposta tecnica - spiegano - da sottoporre alla discussione del Parlamento". La riduzione del 10% era già stata prevista dalla finanziaria 2008.  "I contributi e le spese sostenute dai partiti e movimenti politici", spiegano, "sono ridotti a euro 91.000.000 annui, il 70 per cento dei quali, pari a euro 63.700.000 è corrisposto come rimborso spese per le consultazioni elettorali e quale contributo per l'attività politica. Il restante 30% - si legge nel testo - pari a euro 27.300.000, è erogato a titolo di cofinanziamento".  Ripartizione  Il fondo per il rimborso elettorale potrà essere ripartito fra i partiti e i movimenti che abbiano ottenuto almeno un eletto in Parlamento. Lo stabilisce il testo dei relatori sulla riforma del finanziamento dei partiti ed il controllo dei bilanci.  "Il fondo per il rimborso delle spese elettorali per il rinnovo del Senato della repubblica è ripartito su base regionale" si legge poi nel testo. Il fondo per il rimborso delle spese elettorali per il rinnovo della Camera dei deputati è ripartito in proporzione ai voti conseguiti. Secondo l'ex ministro Gianfranco Rotondi, membro dell'ufficio di presidenza del Pdl, "il dimezzamento dei fondi ai partiti è una trovata scientificamente pensata per sabotare Pdl, Pd e Udc. Il grande vecchio prima ha inventato l'anticasta e ora si prepara a prendere la borsa piena lasciando cambiali e debiti ai vecchi partiti. Ma, del resto, a Napoli si dice che se non ci stessero i fessi non camperebbero i dritti. E quindi tanto di cappello a chi ha preparato la strategia che segnerà il passaggio dalla seconda alla terza Repubblica". Il Pd da parte sua, invece,  ha presentato un emendamento che prevede il dimezzamento anche sull'ultima tranche dei rimborsi elettorali. Il capogruppo dei Democratici alla Camera, Dario Franceschini, spiega che "la proposta di ridurre la rata di luglio del 33% è una soluzione tecnica, accettata dal Pd unicamente per consentire che il testo arrivi in aula il 14 maggio.  Il rifiuto delle altre forze politiche di ridurre del 50% il finanziamento ai partiti già dalla rata di luglio - prosegue - avrebbe di fatto comportato, in assenza di un testo base concordato con i due relatori, il rischio di vedere naufragare l'intero provvedimento". "In questo modo, invece, il Pd presenterà un emendamento per dimezzare da subito il finanziamento. Sarà quella - conclude - l'occasione per verificare, con un voto, le reali intenzioni di tutte le forze politiche".  Emendamenti  termine per presentare gli emendamenti è domani alle 18. Mercoledì si procederà con la discussione e si voterà fra mercoledi è giovedi per dare poi il mandato al relatore. E' previsto che il provvedimento vada in aula alla Camera il 14 visto che non c'è nessuna altra data fissata.  

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