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Mafia: processo Mori, pm chiede acquisizione frasi Riina ad agenti penitenziari

domenica 7 luglio 2013

2' di lettura

Palermo, 5 lug.- (Adnkronos) - Le 'confidenze' del boss mafioso Toto' Riina agli agenti penitenziari durante una pausa del processo per la trattativa tra Stato e mafia irrompono nel processo al generale Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu. Il pm di Palermo Antonino Di Matteo, alla fine dell'arringa difensiva dell'avvocato Basilio Milio, legale dei due ufficiali accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, ha chiesto l'acquisizione di alcuni documenti tra cui proprio le relazioni delle guardie carcerarie del carcere Opera di Milano in cui vengono riportate le parole pronunciate dal capomafia Toto' Riina. Il boss, durante una pausa del processo per la trattativa, prima il 21 maggio epoi il 31 maggio scorsi, avrebbe detto: "Io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me". E poi: "Mi hanno fatto arrestare Provenzano e Ciancimino, non come dicono i carabinieri". Secondo i magistrati di Palermo il riferimento e' proprio alla trattativa Stato-mafia. Qualche settimana fa, mentre stava per essere trasferito dalla sua cella alla saletta delle videoconferenze, Riina aveva detto agli agenti penitenziari alcune frasi che, secondo i pm, sarebbero una conferma alle indagini della Procura di Palermo. Le frasi sono contenute in una relazione di servizio stilata da alcuni agenti del Gom, il gruppo speciale della polizia penitenziaria che si occupa della gestione dei detenuti. Il pm Antonino Di Matteo alla fine dell'udienza di oggi ha chiesto al Tribunale, nonostante la discussione sia chiusa da tempo, ha chiesto l'acquisizione delle due relazioni. La difesa di Mori si e' opposta alla richiesta della Procura. Inoltre, il magistrato ha chiesto l'acquisizione di altri documenti: la trascrizione con l'intervento del Procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato in data 3 giugno 1992, in occasione di una riunione dell’Anm, il biglietto inviato dal generale Antonio Subranni indirizzato all'ex Procuratore Giuseppe Giammanco e una nota dell'ex Comandante del Ros Antonio Subranni del 3 ottobre 1992. Il Tribunale e' entrato in Camera di consiglio per decidere sul da farsi.

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