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Milano: cicloattivisti scrivono a Bray, 'salvi il velodromo Vigorelli'

venerdì 31 maggio 2013

2' di lettura

Roma, 29 mag. (Adnkronos) - E' guerra aperta tra il comune di Milano e i cicloattivisti della Madonnina: motivo del contendere, il velodromo Vigorelli-Maspes, unanimemente riconosciuto come "la Scala del ciclismo", con una delle piste in legno piu' veloci e ripide della storia del ciclismo. Per difendere il velodromo dai piani di ristrutturazione del comune, che non prevedono il ripristino della pista, e' nato il "Comitato Velodromo Vigorelli", da poco costituitosi a partire da un gruppo di cicloamatori, appassionati e ciclisti quotidiani che oggi ha deciso di appellarsi al ministro per i Beni culturali, Massimo Bray, per ribadire la "sua netta contrarieta' alla scelta fatta dal Comune, tramite il Concorso internazionale di progettazione architettonica del Vigorelli, di demolire la pista e sottrarre il Vigorelli al ciclismo, che riteniamo essere l'elemento caratterizzante del velodromo stesso, monumento sportivo ricco di storia e di imprese ciclistiche e, ci auguriamo noi, di un altrettanto glorioso futuro". Nella lettera al ministro, e per conoscenza alle altre istituzioni locali, gli attivisti "chiedono che il ministero per i Beni e le Attivita' Culturali possa intervenire e salvare dalla demolizione una memoria storica del ciclismo internazionale come e' la pista del Vigorelli e si mettono a disposizione per un eventuale incontro di approfondimento. Riteniamo che non si possa cancellare la storia del Velodromo Vigorelli, che sin dalla sua inaugurazione nel 1935 e' stato sede di indimenticate gare di ciclismo e di record leggendari, tanto da valersi il titolo di 'la Scala del ciclismo', e che per tanto va preservato nella sua interezza: sia la struttura ma soprattutto la pista di ciclismo, essendo questa elemento caratterizzante del velodromo stesso". In tutto il mondo, Milano compresa, "il ciclismo e la bicicletta specie quella da pista rappresentino una tendenza in forte crescita, come modo di vivere sobrio e sostenibile, come emblema di salute e di benessere personale e ambientale. scrivono gli attivisti- Milano, come altre metropoli, sta realizzando che con la ciclabilita' non solo ci si puo' convivere, ma si puo' migliorare la qualita' della vita di tutti, anche di quelli che non pedalano; la pratica quotidiana del ciclismo sportivo su una pista cittadina da parte di giovani e di amatori ridarebbe vita e valore alla grande storia di un luogo che e' stato, per caso o per calcolo, messo da parte per troppi anni".

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