Palermo, 3 apr.- (Adnkronos) - Vito Nicastri, imprenditore dell'eolico di 51 anni, a cui oggi la Dia ha confiscato beni per oltre 1,3 miliardi di euro, secondo gli investigatori e' ritenuto "vicino a Cosa nostra", come "rilevato in tutte le vicende nelle quali e' stato coinvolto". "La valenza assunta dallimprenditore trapanese nellambito di Cosa nostra- spiegano gli inquirenti - trova riscontro anche nellinteressamento alle vicende imprenditoriali del Nicastri dei noti boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, come rilevano i pizzini rinvenuti in occasione del loro arresto". Nicastri, nei cui confronti sono stati riscontrati, in passato, interessi anche allestero, e' stato pure coinvolto in alcune operazioni di polizia fra cui quella denominata Eolo, che ha svelato il coinvolgimento di Cosa nostra nel lucroso affare della realizzazione delle centrali eoliche nella provincia di Trapani. Ha intrattenuto rapporti con soggetti della consorteria mafiosa del trapanese, molti dei quali ritenuti vicini a Matteo Messina Denaro. Nel corso delle indagini sono state rilevate relazioni con le consorterie criminali operanti nel messinese, nel catanese ed anche con la ndrangheta calabrese, in particolare con le ndrine di Plati', San Luca ed Africo del reggino, "aspetti questi che caratterizzano in modo significativo il contesto in cui si inserisce la confisca di oggi". Il provvedimento di confisca oggi concluso, in assoluto il piu' consistente mai operato in Italia in applicazione della normativa antimafia come novellata dalle note leggi inserite nel codice antimafia, segue laggressione ad altri milionari patrimoni, sequestrati e confiscati a noti imprenditori nel campo della grande distribuzione, del ciclo del cemento e della sanita' e, di fatto, sottrae smisurati capitali e credibilita' a Cosa nostra, incidendo in modo significativo anche nella gestione economica del Matteo Messina Denaro, che di quel territorio e' considerato il dominus. La confisca record dei beni a Nicastri si aggiunge agli ultimi sequestri operati dalla Dia nel territorio trapanese, che mirano costantemente allerosione del potere economico mafioso nellarea di influenza del noto latitante Matteo Messina Denaro. Il provvedimento di confisca contiene anche lapplicazione della misura di prevenzione personale nei confronti di Nicastri la sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza (Alcamo), per la durata di tre anni, sostenuta, altresi', anche dalla Procura della Repubblica di Trapani e dalla Dda di Palermo. Il Tribunale di Trapani ha disposto la confisca della totalita' delle quote sociali e dei beni aziendali delle societa', nonche' dei beni mobili, immobili e delle disponibilita' bancarie riconducibili a Nicastri ed al suo nucleo familiare: 43 tra societa' e partecipazioni societarie; 98 beni immobili (palazzine, ville, magazzini e terreni); 7 beni mobili registrati (autovetture, motocicli ed imbarcazioni);66 disponibilita' finanziarie (rapporti di conto corrente, polizze ramo vita, depositi titoli, carte di credito, carte prepagate e fondi di investimento).