Milano, 19 giu. (Adnkronos Salute) - Il futuro della diagnosi per il cancro al polmone? Non e' la tac spirale ma un nuovo test che analizza il microRna, piccole molecole in circolo nel sangue. Un esame minivasivo che si sta dimostrando "piu' efficace della Tac spirale sulla quale alcuni studi segnalano negativi sul fronte della riduzione della mortalita'. Con il test del microRna invece abbiamo osservato che siamo capaci di anticipare di 1-2 anni la diagnosi. Su questo fronte ora lanceremo un maxi studio. Stiamo cercando 4 mila volontari per avviarlo". Parola di Ugo Pastorino, direttore del Dipartimento di chirurgia dell'Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano che, in occasione della giornata dedicata ai risultati scientifici dell'Irccs, fa il punto sugli studi targati Int in questo campo. Il primo dai risultati deludenti, il secondo promettente. Tutto comincia con lo studio Mild, progetto multicentrico per la diagnosi precoce del tumore polmonare condotto dall'Istituto, che mette in dubbio l'utilita' della Tac spirale nel ridurre la mortalita' causata dal cancro al polmone: analizzando un campione di oltre 4 mila forti fumatori, in parte monitorato con la tac spirale di ultima generazione a 16 strati, i ricercatori hanno verificato che tra coloro che sono stati tenuti sotto osservazione non vi era alcuna riduzione della mortalita' rispetto al gruppo che non faceva alcun controllo. Lo studio e' durato dal 2005 al 2011. La conclusione e' che l'incidenza del tumore e' risultata doppia in chi si era sottoposto a controlli frequenti (620 su 100 mila contro i 311 su 100 mila dei pazienti non sottoposti ad alcun controllo). "Ma la cosa piu' allarmante - spiega Pastorino - sono stati i dati sulla mortalita': nel gruppo non controllato e nel gruppo sottoposto all'esame ogni due anni sono morti per tumore del polmone 109 pazienti su 100 mila (lo 0,109%), mentre nel gruppo controllato ogni anno la mortalita' e' stata quasi doppia, pari a 216 pazienti su 100 mila (0,216%)". I risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti nello studio pilota lanciato nel 2000 su 1.035 fumatori e il cui monitoraggio e' stato prolungato per 10 anni. I risultati sono concordi, assicura l'esperto. "Un'ulteriore conferma arriva da uno studio danese. In tutto i pazienti osservati, fra quest'ultimo e il nostro studio, sono 8 mila. Non pochi". Secondo lo specialista, nei forti fumatori "l'esposizione continuata alle radiazioni della Tac potrebbe avere un effetto indesiderato. Questo aumento della mortalita' fa preoccupare e deve far riflettere". (segue)