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Sogno di una città metafisica I novant’anni di Tresigallo

Voluta dal sindacalista Edmondo Rossoni, sponsorizzato da Mussolini, racconta un’idea nuova di urbanizzazione: oggi sospesa fra passato e progetti di recupero
di Lorenzo Cafarchio domenica 19 ottobre 2025

3' di lettura

Città di fondazione. Il Fascismo ha saputo inserire l’Italia nella modernità e lo ha fatto attraverso la costruzione di nuovi centri urbani. Pensiamo a Latina, all’epoca Littoria, che vide poggiata al suolo la prima pietra il 30 giugno 1932 per venire inaugurata il 18 dicembre dello stesso anno. Il tutto seguendo i canoni estetici dell’architettura razionalista. Spingiamoci ora sulla Pianura Padana. Sorvoliamo l’Emilia. Ferrara. Eccola Tresigallo la città metafisica. La Strada Provinciale 15 ci apre il borgo che ha dato i natali a Edmondo Rossoni. Il padre che ha partorito a partire dal 1930 l’urbe in cui ci troviamo.
Qualcosa capace di rompere gli schemi dei paesaggi urbani in cui siamo immersi da secoli. Chi è Rossoni? Uno degli uomini che ha influito maggiormente nell’alveo del sindacalismo di stampo fascista. «Fra italiani e italiani non debbono esservi più né padroni né servitori, ma cooperatori leali per interessi comuni e per il superiore fine della Patria».

COSA RESTA Torniamo al cemento e all’acciaio costruttore di visioni rinnovate. Il razionalismo qui la fa da padrone. Città d’arte, dirà il Fascismo, mentre cosa resta ai giorni nostri? La prima tappa obbligata sono i Bagni - divenuti Urban Center con la scritta SOGNI. Affianco l’ex casa della G.I.L. adesso Casa della Cultura. Ovvero la biblioteca. Voltandoci il viale ci attrae così come le forme degli immobili dai lati a cerchio mentre il resto è squadrato, mai brutale, sempre funzionale. Camminiamo e la prima impressione è di sospensione. Via Roma inizia dalla Casa della Cultura raccontandoci la vicenda di una città che ha visto passare la storia, ma a cui nessuno ha dato seguito. In Piazza della Repubblica Tresigallo si schiude. Prima però abbiamo conosciuto il Teatro ’900 dove si esibì, anche, l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Mario Mascagni. Un momento di riflessione e di sguardo più intenso va a quella che è stata la Casa del Fascio che adesso ospita la caserma dei carabinieri. Proseguendo notiamo la casa del ricamo, la casa degli amici, l’ex domus - un vecchio albergo ora divenuto casa di riposo mutata durante la Seconda Guerra Mondiale nella sede del commando nazista locale.
Poteva mancare la scuola? Racconto di generazioni cresciute italiane in questo anfratto di terra. Resta addormentata Tresigallo. «Se non posso parlare del mio passato, non narrerò il presente», sembra dirci. Peregriniamo fino al campo sportivo. Le lettere incise sul travertino di marmo sono il Ventennio fatto e finito. Forse l’esempio più forte della romanità che il regime ha voluto imprimere. Mentre andiamo verso l’attuale sede del comune incontriamo uno dei pochi segni del mondo moderno, il totem digitale per le informazioni, spento e inclinato. Segnali.

I SOLITI CINESI
Il caffè, nell’unico bar aperto a gestione cinese. Qui l’impero è andato, quello della Cina invece non è in pensione, per dirla alla Dario Fabbri. Di fianco troviamo la chiesa e nella piazza del comune, alzando la testa, i racconti in bassorilievo del lavoro, delle corporazioni, del Fascismo e del Risorgimento. Un passo più in là la scuola materna figlia del XIV anno dell’Era Fascista. «Il sacrificio degli eroi arde perenne», la scritta che domina l’ingresso. La convivialità era tutta nel bar Roma e nella sua insegna muraria, anche se ora è in sfacelo. Prima di lasciare la profonda Emilia ci dirigiamo verso il cimitero per vedere la tomba di Rossoni. Il segno della croce ed entriamo. Il sepolcro è al centro del camposanto, un quadrato a cielo aperto. Il braciere ormai spento. Eccolo il futuro passato di Tresigallo. Cosa fare di questo viatico di tempi? Lo abbiamo chiesto all’onorevole di Fratelli d’Italia, capogruppo della commissione Cultura alla Camera, Alessandro Amorese che ha in mente un progetto per valorizzare l’urbanistica di Tresigallo. Oggi il comune, che ingloba il centro abitato, si chiama Tresignana e la collaborazione fra il sindaco, Mirko Perelli, e il ministro dello Sport, Andrea Abodi, sta per far emergere un lavoro, “Dalla rifondazione all’agricoltor ferrarese passando per Edmondo Rossoni”, che «darà vita a un’esperienza emblematica e interessante dal punto di vista sociale, culturale e urbanistico», afferma Amorese.
Tre anniversari nel 2025: i 90 anni della rifondazione di Tresigallo, i 60 anni dalla morte di Rossoni e i 250 anni dalla pubblicazione del trattato L’Agricoltor Ferrarese di don Chen di. Bisogna promuovere «storie e territori poco noti della nostra Nazione in cui identità e orgoglio italiano si legano in perfetta armonia», conclude Amorese.

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