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Pil e occupazione a picco. Monti: "Le nostre riforme funzionano"

Nello stesso giorno in cui l'istituto di statistica dipinge un'economia in crollo e un 2013 ancora di crisi, il premier gongola. Ma per che cosa?

Roberto Procaccini
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  Un 2013 in segno negativo: meno occupazione, meno pil, meno produzione. Lo dice l'Istat in un rapporto sulle prospettive dell'economia 2012-2013: la luce alla fine del tunnel non si vede, il prossimo anno sarà ancora nel segno della crisi. "Le nostre riforme - dice nello stesso giorno Mario Monti - stanno dando i primi frutti". Il presidente del Consiglio, volato nel Laos per un incontro con il premier cinese Wen Jiabao, commenta con soddisfazione l'operato del suo governo. Numeri grigi - Innanzitutto il lavoro: non ce n'è e non ce ne sarà. Nel 2012 la disoccupazione si è aggirata sul 10,6 per cento, nel 2013 salirà all'11,4. Solo a luglio l'Ocse aveva previsto che arrivasse al 9,6, e sembrava un dato negativo: oggi è rivisto al ribasso. Ma non solo. Dallo studio Istat risulta che chi continuerà a lavorare, guadagnerà meno: ci sarà una significativa contrazione dei redditi. Ne consegue una diminuzione dei consumi (meno 3,2 per cento nel 2012, ancor meno 0,7 per cento nel 2013). Il rallentamento della caduta dei consumi è collegato a un'eventuale ripresa del ciclo produttivo e a un miglioramento delle condizioni di accesso al credito. In un tale panorama recessivo, non può non essere di segno negativo anche la previsione sul Pil: il calo nell'anno corrente è di 2,3 punti percentuali, per il prossimo sarà di 0,5. La parola ai prof - "Le riforme avviate e una finanza pubblica più sana stanno dando i primi frutti". Sono le parole testuali di Monti. "Ora l'Italia - aggiunge - è un Paese più attraente per gli investitori stranieri". A confortare l'entusiasmo del premier, a suo dire, ci sono "i dati di diversi organismi internazionali". Avrà letto quelli dell'Istat?   

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