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Fiat, tornano in fabbrica i tre operai reintegrati a Melfi

domenica 29 settembre 2013

2' di lettura

Potenza, 23 set. (Adnkronos/Ign) - Domani mattina, alle ore 8, allo stabilimento di Melfi riprendono servizio i tre operai licenziati nel 2010 e reintegrati in modo definitivo con decisione della Corte di Cassazione del 31 luglio scorso. I tre operai sono l'attuale senatore Giovanni Barozzino (Sinistra Ecologia e Libertà), Antonio Lamorte e Marco Pignatelli. Barozzino potrà comunicare la sua scelta di espletare il mandato parlamentare. Ai tre è stata inviata una comunicazione dalla direzione dello stabilimento per prendere servizio effettivo. Ad attenderli davanti alla fabbrica automobilistica ci sarà un presidio della Fiom Cgil. "I tre lavoratori ingiustamente licenziati - dice la Fiom - dopo tre anni di battaglie giudiziarie e sindacali potranno con dignità rientrare nella fabbrica dalla porta principale, senza più subire l'umiliazione da parte della Fiat e di quanti in questi anni avevano associato le lotte sindacali al sabotaggio". "Grazie alla Costituzione, alla lotta e alla tenacia domani la Costituzione e la libertà sindacale rientra in Fiat", commenta il leader Fiom, Maurizio Landini. Che annuncia una nuova stagione di lotte: con la Fiat "la partita non è ancora chiusa" perché il Lingotto mette in campo un nuovo "atteggiamento discriminatorio" nei confronti delle tute blu della Cgil. "Landini da anni agita come una scure la parola democrazia, dimenticandosi che si tratta di un termine da condividere - dice Rocco Palombella, segretario generale della Uilm - anziché da usare a fini di egemonia cultura della sua parte contro gli altri. Quindi, parlare di vittoria su questo tema in casa Fiat significa fare demagogia, di questi tempi un'arte davvero incomprensibile". "Un tempo i gruppi dirigenti comunisti -continua Palombella- una parte a cui il gruppo dirigente dei metalmeccanici Cgil si ispira facevano autocritica. La Fiom non fa nemmeno quella rispetto ai guasti che ha creato nell'ultimo decennio non sottoscrivendo accordi, intese e rinnovi contrattuali, di cui quelli in Fiat sono solo gli ultimi. Si decida a fare un 'mea culpa' ed ad accantonare la propria visibilità rispetto alle concrete esigenze dei lavoratori".

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