Dopo la scomparsa di Giorgio Armani, lo scorso 4 settembre, il re della moda aveva 91 anni, emergono i dettagli delle sue ultime volontà. Si parla del testamento, alcune parti del quale sono state scritte di proprio pugno dallo stilista. Un testamento che oggi, venerdì 12 settembre, viene pubblicato integralmente, in primis da Repubblica. E così si scopre che a guidare il destino della maison sarà la Fondazione che porta il nome dello stilista, destinataria del 100% delle quote della società.
Secondo quanto disposto, la Fondazione, che già deteneva lo 0,1% del capitale, acquisisce la piena proprietà del 9,9% delle quote (pari al 30% dei diritti di voto) e la nuda proprietà del restante 90%. I diritti di voto non confluiscono però interamente all’ente: il 40% spetta a Pantaleo Dell’Orco, storico compagno e collaboratore di Armani, mentre il 30% rimane alla Fondazione. Ai nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana va il 15% ciascuno. Roberta e Rosanna Armani ricevono azioni prive di diritto di voto.
Un capitolo significativo riguarda anche la partecipazione che lo stilista deteneva in EssilorLuxottica, valutata oltre 2,5 miliardi di euro. Tale quota viene ripartita con il 40% destinato a Dell’Orco e il restante 60% ai familiari. Alcune azioni sono state invece assegnate a collaboratori di lunga data, come gesto di riconoscenza personale.
Il testamento traccia inoltre la via per nuove prospettive industriali. Armani ha infatti previsto che la Fondazione, entro 18 mesi dall’apertura della successione, metta in vendita una quota del 15% della maison. L’indicazione è quella di privilegiare gruppi come Lvmh, EssilorLuxottica, L’Oréal o altri partner di livello internazionale con cui esistano già rapporti consolidati. L’operazione dovrà essere concordata tra la Fondazione e Dell’Orco, o in sua assenza dai nipoti con diritto di voto.
Dunque le disposizioni sul vasto patrimonio immobiliare. Le proprietà riunite nella società L’Immobiliare Srl – comprese le residenze di Saint Tropez, Antigua, Broni e Pantelleria – sono state lasciate in piena proprietà alla sorella Rosanna e ai nipoti Silvana e Andrea, con usufrutto a vita riconosciuto a Dell’Orco.
A quest’ultimo va anche l’usufrutto del palazzo di via Borgonuovo a Milano, storica dimora dello stilista. Armani ha stabilito che gli arredi e gli oggetti d’arte restino al loro posto, a eccezione di un dipinto di Matisse e di una fotografia di Man Ray, così da preservare l’atmosfera originaria della residenza finché Dell’Orco vi abiterà.