L'editoriale

L'ultima barzelletta: Ignazio Marino argine al malaffare

Maurizio Belpietro

Allora, vediamo di riepilogare. Quando una settimana fa è scoppiato lo scandalo degli appalti di Roma, giornali e tg hanno raccontato la storia di un’organizzazione criminale, composta da ex terroristi di destra e da affaristi legati a Gianni Alemanno, che era riuscita a infiltrarsi nell’amministrazione capitolina. Una volta cambiata la giunta e insediatosi Ignazio Marino, la banda si sarebbe trovata improvvisamente in difficoltà e avrebbe agganciato qualche esponente del Pd, ma nel complesso il nuovo corso sarebbe stato sostanzialmente estraneo ai traffici del gruppo. In realtà i fatti non stanno così. Salvatore Buzzi, l’uomo che in cambio di lucrosi appalti pagava i politici e i funzionari del Campidoglio, nasce a sinistra, con la giunta Veltroni. È in quel periodo infatti che la Coop 29 giugno comincia a farsi largo e ad accumulare lavori, molti nel settore dell’accoglienza, altri in quelli del verde, arrivando addirittura ad attrezzare con piante e cespugli il parcheggio del Palazzo di giustizia, là dove parcheggia Giuseppe Pignatone, il capo della Procura. Non è Gianni Alemanno, o qualcuno dei suoi uomini, ad aprire le porte del comune di Roma all’ufficiale pagatore di Mafia Capitale.  Ad accoglierlo in municipio spalancandogli la cassaforte della città è Luca Odevaine, cioè il capo della segreteria di Walter Veltroni. È da quel giorno che Buzzi comincia a mettere radici negli affari del comune. Clicca e leggi l'editoriale integrale di Maurizio Belpietro