Cerca
Logo
Cerca
+

Detroit in bancarotta: è la più grande città Usa dichiarata fallita

Più di 18 miliardi di dollari di debito, la città abbandonata punta di nuovo sull'automobile (e la Chrysler) per la ripresa

Francesca Canelli
  • a
  • a
  • a

Non una banca, e nemmeno un'azienda. Questa volta è un'intera città a fallire. Detroit, Usa, ha infatti dichiarato bancarotta ieri, 18 luglio, e ha dato il via libera alle procedure previste dalla legge Chapter 9, che regola i fallimenti delle municipalità. La ripresa dei grandi stabilimenti automobilistici (Ford, la Chrysler targata Fiat/Marchionne), Gm) e del settore immobiliare, non è bastata a scongiurare la sconfitta: i debiti sono troppo alti, tra i 18 e i 20 miliardi di dollari.  Il tentativo - Il commissario straordinario, Kevyin Orr, non è riuscito nell'impresa per la quale era stato scelto dal governatore del Michigan, Rick Snyder. Che ora si limita a dire: "Mi sembra non ci sia altra soluzione". Orr ha provato a convincere i creditori ad allentare la presa, a convincere i sindacati a dare il via libera a tagli su personale e retribuzioni. "Servono sacrifici dolorosi e devono essere condivisi da tutti. Ognuno deve fare la sua parte, altrimenti sarà la bancarotta”, aveva predetto in un'intervista a fine giugno. Ma la risposta era stata un cartellone davanti ai suoi uffici: "Giù le mani dalle nostre pensioni".  Il declino - "Siamo una grande città, ma siamo in declino da oltre sessant'anni", dice ancora Orr. Dai quasi 2 milioni degli anni Cinquanta agli ottocentomila abitanti scarsi di oggi, dal 2000 un balzo all'indietro del 26%: il calo è vertiginoso. Una città dentro la città di quasi ottantamila edifici è disabitata, il 40% delle luci stradali non funziona, vigili del fuoco e polizia sono al limite della loro operatività. Gli agenti rispondono al numero delle emergenza, il 911, quasi con un'ora di ritardo, la media nazionale è di 11 minuti. Al contrario della criminalità che invece funziona benissimo contendendo a Chicago il record di violenza e omicidi. E sale pure la disoccupazione che negli ultimi dieci anni è passata dal 7.6% al 18,6%. Tutto ciò causato da decenni di mala amministrazione, corruzione, operazioni finanziare sbagliate. Un avvocato che ha seguito altri fallimenti pubblici e che conosce bene il caso di Detroit spiega al New York Times: “Non basterà sanare il debito, serve un cambio strutturale di tutta la gestione a partire dagli stipendi dei lavoratori pubblici, altrimenti da qui a pochi mesi i problemi torneranno uguali ad adesso”. Il futuro - Cosa succederà adesso alla città? Non appena ci sarà il permesso ufficiale, Orr potrà procedere alla vendita degli asset per risollevare l'economia di Detroit. Le imprese automobilistiche ridaranno pian piano slancio al mercato. I manager delle aziende hanno criticato la decisione di dichiarare fallimento, "un'ombra nera sul brand di Detroit, difficile da cancellare". Anche il presidente a stelle e strisce Barack Obama è preoccupato e segue la vicenda da vicino. Altre città sull'orlo del declino intanto osservano interessate: dove porterà la strada della bancarotta? “E' come se avesse ceduto una diga”, dice un'analista alla Cnn.

Dai blog